In Sardegna

"Minacciati con il coltellaccio da un indiano ubriaco": l'aggressione nel Corso a Cagliari

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CAGLIARI. Prima si è presentato visibilmente ubriaco di fronte all’ingresso del Foghorn’s, storico locale del Corso Vittorio Emanuele, con l’intenzione di urinare sulla botte posta all’ingresso. Poi, dopo essere stato cacciato dal titolare, è tornato con un coltellaccio da cucina, minacciando dipendenti e clienti prima dell’arrivo della polizia, che lo ha bloccato. J.S., cittadino indiano di 49 anni, è stato denunciato a piede libero con l’accusa di minacce e possesso ingiustificato di oggetti a offendere. L’episodio si è verificato questa notte, intorno all’una. Questo il racconto di Massimo Melis, titolare del locale, sul proprio profilo Facebook: “Martedì, serata Erasmus e Foreigners al Foghorn's. Ero seduto nello sgabello a fianco alla botte con posacenere all'esterno del locale. Si avvicina uno straniero, forse ubriaco o fatto, con tanto di turbante in testa e mentre blatera qualcosa inizia a tirar fuori il membro dicendo di voler pisciare la botte. Io, già incazzato con i Bangladesh del bellissimo "minimarket"(che vendono le Ichnusa 0,66 a 1.20 euro e gli alcolici con tanto di bicchieri e ghiaccio fino e oltre la mezzanotte) lo allontano e lo prendo a urla. L’indiano, imperterrito, torna alla carica cercando di tirar di nuovo fuori il pistolino: a quel punto gli do’ un bello spintone e col culo per terra fa 5 o 6 metri. Si alza e incomincia a imprecare e minacciare, io lo invito a non avvicinarsi nuovamente, un Erasmus cerca di spiegargli che non può pisciarci davanti, niente lui continua poi se ne va”. 

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Il Corso al buio

Ma, come ricostruito dagli agenti della Volante, il quarantanovenne è tornato sui suoi passi. “Dopo dieci minuti – continua il racconto di Melis – torna con un involucro lungo ricoperto di carta, con amici e clienti ci chiediamo cosa fosse, poi inizia a luccicare. Io, avendo già scramentato con pazzi e alterati mentali, mi munisco di zirogna a scanso di sorprese. L'indiano inizia a brandire avvicinandosi un coltello di 40-50 centimetri, nel frattempo chiamiamo le forze dell'ordine ripetutamente. Passano almeno 25, 30 minuti nei quali il pazzo continua ad avvicinarsi e allontanarsi con quel coso in mano minacciandomi, noi pronti con sgabelli boccali e botti da lanciargli in testa. Finalmente arriva la prima pattuglia: i poliziotti vedono subito il coltello in mano al tipo, lo intimano a lasciarlo cadere per terra, ma nulla. Sono costretti a tirar fuori la pistola, solo allora molla il coltello e viene immobilizzato e caricato sulla volante. Poi arrivano altre due pattuglie, rituali delle testimonianze etc etc”. 

L’uomo è stato convinto, non senza difficoltà, dai poliziotti a buttare il coltello a terra. Già in passato, come poi è risultato dagli accertamenti, J.S. era stato protagonista di diversi episodi criminosi. Al termine delle formalità, è stato accompagnato in Questura, dove è stato denunciato e poi indirizzato all’ufficio Stranieri, per la conclusione dell’attività. “Ovviamente l'individuo era con il permesso di soggiorno scaduto – conclude Melis su Facebook – e da quel che ho intuito non era nuovo a fatti simili. Io l'avevo intravisto passare davanti al pub altre volte in stato di ubriachezza o simile, ma non aveva mai dato noie. Ma mi chiedo: che diamine ci stanno a fare questi personaggi in Italia? Almeno questi no si possono accompagnare alla frontiera? Ne approfitto per sottolineare che fino ad avantieri per 6 sere il Corso Vittorio Emanuele è rimasto al buio”.