In Sardegna

A Cagliari la 'Giornata europea della cultura ebraica': "Oggi come allora stereotipi e pregiudizi"

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CAGLIARI. È stata celebrata ieri a Cagliari la “Giornata europea della cultura ebraica” organizzata dall’associazione Chenàbura, coordinata dall’Ucei, l’unione delle comunità ebraiche italiane.

Il tema scelto dall’unione è stato “Il Popolo del Libro” e durante l'appuntamento nella sede di via Lamarmora 88, si sono alternate tre relazioni che hanno messo a confronto passato e presente della cultura ebraica e delle persecuzioni subite dagli ebrei anche in Sardegna. La serata è iniziata con un'introduzione del sociologo Bruno Spinazzola che ha parlato dell’importanza del libro nella cultura del popolo ebraico, "tanto che nell’ultimo comandamento della Torah vi è l’invito a “uomini e donna di scrivere il libro della propria vita”. Una storia raccontata per “dare una direzione su come si desidera continuare a vivere” e per offrire memoria alle future generazioni. L’avvocata Donatella Pau Lewis ha invece ripercorso la vita di sua nonna Martha Lewis, americana, soprano di fama internazionale che ai primi del novecento, si trasferì a Cagliari per amore del marito Antonio Pau.

Una donna che qualche decennio dopo è stata costretta dalle leggi razziali a nascondersi insieme al figlio Pierpaolo nel Ghetto di Roma, tra paura e sgomento per la situazione in cui erano costretti gli ebrei allora. Persecuzioni di cui furono oggetto, secoli prima, anche le comunità ebraiche presenti nell’isola prima del 1492 anno in cui fu emanato il famigerato Editto di Granada che chiedeva l’espulsione di tutti gli ebrei dal regno di Aragona. La professoressa Cecilia Tasca, docente di archivistica dell’università degli studi di Cagliari ha ripercorso attraverso una Kettubah, il contratto di matrimonio che si usava stipulare tra le coppie ebraiche, le vicende e gli intrecci della famiglia Carcassona di Alghero con la comunità di Cagliari. Due comunità fiorenti composte da commercianti, medici e artigiani, spazzate via dal fanatismo religioso.

Della loro presenza è rimasto poco o nulla, qualche libro sacro, qualche immobile ben custodito dalle famiglie Marrane, convertitesi al cristianesimo per non subire persecuzioni ad opera del  tribunale dell’Inquisizione. Grazie al lavoro della professoressa Cecilia Tasca la memoria di quelle comunità non si è persa completamente. “Oggi come allora – ha sottolineato Bruno Spinazzola – stereotipi e pregiudizi portati all’estremo colpiscono gli ebrei e purtroppo la storia non ci ha insegnato nulla”.