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ARBUS. "Lo scorso 22 maggio il Comune di Arbus ha ricevuto dall’assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente una comunicazione ufficiale relativa al progetto 'Shardana': un parco eolico off-shore da 990 mw, composto da 55 pale alte, al mozzo, 190 metri mentre il diametro del rotore è di 260 metri, quindi ognuna alta quanto la torre Eiffel, ovvero circa 320 metri, proposto dalla società Renewable Energies Limited. Il progetto è ora in fase di valutazione presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica". A comunicarlo con una nota ufficiale è il vice sindaco di Arbus, Simone Murtas, che si prepara a dare battaglia ad un progetto che metterebbe, secondo l'analisi, a rischio il "fragile" ecosistema.
E si legge ancora nel comunicato di Simone Murtas: "Il tratto di mare individuato si affaccia direttamente su uno dei paesaggi più iconici e fragili della Sardegna: la Costa Verde, di cui Arbus è il Comune custode.Un patrimonio naturale che comprende località come Piscinas, Funtanazza, Porto Palma, Torre dei Corsari, Pistis e Capo Pecora. Arbus è il secondo comune costiero e il terzo per estensione territoriale della Sardegna. Un territorio che ha già pagato un prezzo altissimo con l’industrializzazione mineraria, con la mancata bonifica ambientale e con vincoli paesaggistici che vengono rispettati quotidianamente da cittadini e istituzioni locali".
Dall'amministrazione affermano di aver analizzato i documenti e di poter affermare che l'impianto sarà significativo dal punto di vista visivo. "Le pale saranno visibili da tutta la costa e persino oltre la catena montuosa dell’Arcuentu, a oltre 40 km di distanza", si legge ancora. Eppure il progetto afferma che nn ci sarebbe un impatto visivo così importante, allora come è possibile? "Le simulazioni fotografiche e gli studi di intervisibilità prodotti dalla stessa società dimostrano l’esatto contrario. Piscinas viene descritta negli elaborati progettuali come un tratto di costa “suggestivo, dove si mescolano sabbia dorata, rocce brune e mare azzurro”. Eppure, è proprio di fronte a quel tratto che si propone un intervento industriale che ne altererebbe per sempre il valore visivo e culturale".
"Come vicesindaco e assessore all’Ambiente, ritengo inaccettabile che un impianto di tali dimensioni venga anche solo ipotizzato davanti a un territorio così delicato, vincolato sin dal Decreto ministeriale del 27 agosto 1980. Per qualunque piccolo intervento in queste aree è necessario ottenere complesse autorizzazioni paesaggistiche. Per un progetto da quasi 1000 MW, invece, ci si limita a osservare. Chi rappresenta il territorio non può rimanere in silenzio. Spero che la Regione e il Ministero, competenti in materia, tutelino un paesaggio vincolato su tutti i fronti. Il silenzio, in questi casi, equivale a complicità".
Interviene anche l'assessore all’Urbanistica, Alessandro Pani, che sottolinea: “Ho svolto per anni il ruolo di responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune e conosco nel dettaglio le norme di tutela del paesaggio Trovo profondamente scorretto che mentre qualsiasi piccola opera locale viene sottoposta a rigorosa verifica paesaggistica, un impianto industriale galleggiante da 55 pale possa affacciarsi sulla Costa Verde con un intervento che non tiene minimamente conto del nostro equilibrio economico, paesaggistico e ambientale. I documenti progettuali dimostrano che l’impianto sarà chiaramente visibile da tutte le località costiere del Comune. È un impatto che non può essere ignorato né minimizzato”.
Per queste ragioni, è stata convocata d’urgenza la Commissione Urbanistica per giovedì 29 maggio, in cui verranno analizzati tutti gli elaborati e predisposte le osservazioni formali del Comune.
La questione sarà successivamente discussa in Consiglio Comunale. "Il comune di Arbus è pronto a difendere la Costa Verde. Lo faremo con serietà, con forza e con senso di responsabilità. E Arbus è il cuore del Medio Campidano. Questa terra non si tocca. E noi non ci tireremo indietro", chiude il vicesindaco Murtas.