In Sardegna

"La trappola per i ricordi": Mariano Chelo e le opere interattive, inaugurazione a Cagliari

chelo

 

CAGLIARI. Inaugura venerdì 14 marzo alle 18 in via Garibaldi 45 a Cagliari la mostra di pittura “La trappola per i ricordi: istruzioni per l'uso” di Mariano Chelo. Dopo un periodo di silenzio l’artista di Bosa torna sulla scena pubblica con un’esposizione realizzata all’interno della sede del MAP, “Movimenti Artistici Periferici”, da lui fondato nel 2003.

“In un tempo dove la memoria si misura in megabyte – spiega Chelo - dove i ricordi vengono affidati a schede magnetiche fragilissime, dove le informazioni e la comunicazione non sono mai state cosi molteplici e consumistiche, in questo tempo, dove si avverte lo stravolgimento di importanza delle cose e dei valori, nasce un oggetto analogico, sorprendentemente longevo e affidabile. Un’opera d’arte interattiva da far vivere e crescere con attimi da intrappolare per sempre. Credo che l’ambizione di tutti gli artisti sia tentare di coinvolgere lo spettatore e riuscire a farlo immergere nell’opera, ma renderla interattiva è ancora più eccitante”.

I dipinti di Mariano Chelo sono stati esposti in tutta Italia, in Kuwait, Germania, Austria, Regno Unito, Lituania, Stati Uniti e Francia. Nato a Bosa nel 1958 e residente a Cagliari da quasi vent’anni, l’artista paragona la sua arte alle pagine di un romanzo, poiché un pezzo è spesso la continuazione di un altro. Nel corso della sua carriera artistica ha esplorato anche temi legati alla mitologia, con attrezzature improbabili, macchine del tempo, orizzonti nuovi e anche la favola di Pinocchio. Con i suoi “Mari” ha rappresentato la Sardegna alla XIII Biennale d’Arte a Roma, più di recente un percorso con i suoi quadri è stato installato negli uffici della Direzione regionale dell’INPS, in viale Diaz a Cagliari, dove può essere visitato da chiunque. Oltre alla pittura, opera nel campo delle installazioni e delle performance, utilizzando varie tecniche tra le quali la pittura computerizzata. Sostiene di “non dipingere le cose, ma il loro modo di comportarsi”.