CAGLIARI. La Sardegna avrà dal Governo 11milioni 158mila euro per le borse di studio universitarie 2017, pari al 47% in più rispetto al 2016, in cui erano stati assegnati all’Isola 7milioni 147mila euro. Si tratta di una quota premiale da parte dello Stato per le Regioni che investono maggiormente nel diritto allo studio.
“L’istruzione, a tutti i livelli, è stata fin dal primo giorno una priorità di questa Giunta. Nel 2014, quando abbiamo iniziato a governare noi, solo il 56% di chi ne aveva diritto otteneva una borsa di studio. Oggi siamo al 100% e possiamo fare ancora meglio”, spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru. “L’azione che abbiamo portato avanti ha aumentato sistematicamente e in modo molto significativo, in questi anni, le risorse per il diritto allo studio. Ciò ha portato a un conseguente aumento dello stanziamento statale che, rispetto ai circa 4 milioni concessi all’inizio della nostra legislatura, ora è maggiore di oltre il 170%. I 9 milioni che abbiamo investito nel 2017 sono una cifra importante – prosegue Francesco Pigliaru - che sarà ulteriormente incrementata nel 2018 grazie allo stanziamento previsto dal Consiglio regionale e che la porterà a toccare i 13 milioni".
“E’ un risultato molto importante del quale possiamo dirci davvero soddisfatti - ha commentato l’assessore della Pubblica Istruzione Giuseppe Dessena – e che premia il lavoro fatto in questi anni dalla Amministrazione per il diritto allo studio: una delle primissime azioni di questa giunta. Le risorse che abbiamo destinato alle borse negli ultimi anni accademici ci hanno permesso di soddisfare la totalità delle richieste degli studenti idonei. E quest’anno abbiamo fatto ulteriori grandi passi in avanti: nel Bilancio 2018 abbiamo 13 milioni di euro per le borse, con un incremento di ben 10milioni rispetto allo scorso anno. Questo consentirà di ampliare la platea degli studenti che beneficeranno della borsa di studio, garantendo non solo il fondamentale diritto allo studio, ma cercando – anche con questa misura - di aggredire ulteriormente la dispersione universitaria”.