In Sardegna

Sanità, con il Nomenclatore prestazioni specialistiche si rischia il collasso? La Regione: "Allarmismi"

Nomenclatore

CAGLIARI. "Negli scorsi giorni sono state diffuse notizie allarmistiche ed infondate riguardo la recente adozione del Nomenclatore delle prestazioni specialistiche ambulatoriali erogabili nell'ambito del Servizio sanitario regionale, che paventavano tagli indiscriminati ed un rischio di implosione del sistema che assolutamente non esiste, almeno qui in Sardegna". Così, con una nota ufficiale, dalla Regione si cerca di fare chiarezza sulla discussa adozione del Nomenclatore, "a fronte di un obbligo di legge", come si legge nel documento, "derivante dall’esigenza di adeguamento al nuovo Nomenclatore Nazionale ed a cui tutte le regioni italiane sono state chiamate prontamente ad adempiere".

E per quanto riguarda l'assessorato alla Sanità "ha ben operato gestendo la transizione dal vecchio al nuovo catalogo attraverso una serie di passaggi intermedi di audit ed armonizzazione che rappresentano un unicum nel panorama delle regioni italiane e che hanno evitato alla Sardegna i maggiori disagi che in altri contesti si stanno verificando" .

E ancora, a proposito dell'iter burocratico:"La delibera n 54/8 del 30.12.2024 ha adottato infatti un tariffario “ponte”, basato su una media virtuosa fra 4 regioni di riferimento, che è superiore in termini di stanziamento rispetto a quello che c’era prima e che aumenta considerevolmente il numero di prestazioni incluse a catalogo, in attesa del nomenclatore regionale definitivo, previsto a breve e sul quale sono già a lavoro gli uffici dell’Assessorato insieme alle rappresentanze di tutte le parti interessate. Eventuali rilievi e segnalazioni di ordine tecnico-gestionale emersi in questa fase verranno tradotti in integrazioni e migliorie laddove si dovessero riscontrare delle necessità di intervento. Non soltanto: stiamo agendo subito anche con una delibera in discussione domani in Giunta che per quanto riguarda le strutture accreditate specifica come una prestazione il cui codice di definizione è stato modificato potrà comunque essere rimborsata fintanto che non sarà concluso l’ambito transitorio".

"Non si capisce dunque l’allarmismo ingiustificato", concludono dalla Regione, "di chi parla di definanziamento delle prestazioni e di rischi per la continuità assistenziale nell’isola, cosa che garantiamo non avverrà. La verità è ben diversa: a fronte del rischio di tagli per 12 milioni di euro derivanti dall’applicazione secca del tariffario Nazionale, la Regione Autonoma della Sardegna è intervenuta non soltanto compensando i mancati apporti, ma aumentando il budget complessivo fino a 0,17 milioni di euro in più rispetto al precedente tariffario"