CAGLIARI. Sempre più imprenditori sardi fanno della sostenibilità e dell’efficientamento delle proprie aziende un impegno forte e costante. In Sardegna il 25% delle realtà (circa 45mila, erano 14.520 solo nel 2018) ha investito in “prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o a minor impatto ambientale”, classificandosi al 5° posto in Italia per attività produttive in “ambito green”.
Sono questi alcuni dei dati che emergono dal dossier sulla Sardegna, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sostenibili, dal titolo “Energia e sostenibilità al centro della transizione green delle micro e piccole imprese”.
È del 30,5% (circa 57mila) la percentuale delle attività regionali che ha effettuato una “formazione adatta transizione green e sostenibilità ambientale” per i propri dipendenti; 9° posto nazionale.
Alla transizione green sono interessati ben 80.222 addetti, il 25,8% di tutte le imprese sarde attive nella filiera della casa (costruzioni, impiantistica, produzione materiali edili, legno, sughero, taglio e finitura pietra, studi di ingegneria e architettura), dell’autoriparazione, del trasporto merci e persone e di altre tipologie di produzioni. Nonostante queste performance, nell’Isola rimane difficile reperire il 45,5% dei lavoratori con “competenze verdi e sostenibili”: all’artigianato sardo ne mancano più di 8mila.
L'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sostenibili ha analizzato i dati di Unioncamere-Infocamere, Istat e Mef, di cui si è parlato stamattina a Cagliari, nell’evento regionale organizzata da Confartigianato Sardegna per la “Settimana per l’Energia e la Sostenibilità di Confartigianato Imprese Sostenibili”, occasione per l’approfondimento e il confronto tra esperti e rappresentanti delle istituzioni sui temi della diagnosi e dell'efficienza energetica, dei modelli di autoproduzione e autoconsumo e delle tecnologie rinnovabili più adatte per le piccole e medie imprese sarde. Con il coordinamento di Daniele Serra, segretario regionale di Confartigianato Sardegna, ne hanno discusso Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Massimo Zedda, sindaco di Cagliari e della Città Metropolitana, Luca Mercalli, presidente Società Meteorologica Italiana e giornalista scientifico, Silvano Bocci, Direttore Tecnico Engie Italia, Gianmarco Ragnolo, Epq – Gruppo Dolomiti Energie, Franco Cuccureddu, assessore Regionale Artigianato, Cesare Moriconi, capo di Gabinetto assessorato Regionale Ambiente, Emanuele Cani, assessore Regionale Industria.
Da anni, infatti, con consapevolezza, competenza e coraggio, le attività produttive sarde hanno ridotto l’impatto energetico delle proprie attività, attraverso buone pratiche, investimenti e formazione del personale. Con risultati concreti in termini di risparmio, efficienza, risultati economici e tutela dell’ambiente, attività che si traducono in una forte richiesta, da parte dei cittadini e dalle amministrazioni pubbliche, di aziende edili, impiantistiche e dell’installazione con caratteristiche adeguate ai nuovi bisogni.
Per gli imprenditori, in termini concreti, significa poter avere a disposizione personale adeguato a soddisfare gli obiettivi imposti dalla nuova normativa europea sulle case green e rispondere alla maggiore quantità di richieste di servizi e lavorazioni; poter autoprodurre e autoconsumare energia con minori dipendenze da fornitori esterni traducibile in risparmio concreto; poter effettuare le diagnosi energetiche degli apparati, limitando le dispersioni e le perdite d’energia e pianificando le accensioni secondo le reali necessità quindi con un taglio alla bolletta.
Significa anche attrezzarsi, fin d'ora, con politiche di efficientamento aziendali per avere più premialità nella partecipazione a bandi di finanziamento e negli appalti pubblici di cantieri. “Gli artigiani possono, anzi, devono diventare i veri ambasciatori della sostenibilità e della transizione, di questo grande cambiamento che non riguarda solo le imprese, ma coinvolge tutti i cittadini – ha affermato Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – un cambiamento che non comporta solo obblighi e burocrazia, ma che rappresenta soprattutto nuove opportunità di lavoro e di mercato, basate su cinque fattori chiave: consapevolezza, conoscenza, competenza, responsabilità e competitività”.
“La transizione energetica e sostenibile è un percorso che ci vede protagonisti attivi, un salto evolutivo che ci porterà lontano, a patto di coglierne gli aspetti positivi – ha aggiunto - questo però richiede orientamenti chiari e un accompagnamento qualificato per tutte le nostre aziende. Vogliamo costruire un futuro rispettoso dell'ambiente, promuovendo uno sviluppo sostenibile che migliori il benessere e la qualità della vita”.
Nella “sostenibilità”, e quindi nell’economia circolare, in Sardegna sono attive 3.639 imprese artigiane, il 68,7% di tutte le imprese operanti in questa fetta di mercato. Ben 13.858 sono gli addetti, il 3,9% dei lavoratori delle imprese sarde. Secondo Confartigianato Sardegna, l’efficientamento energetico e la sostenibilità sono obiettivi che le aziende sarde hanno già iniziato a perseguire da tempo, e che continueranno ad affrontare con crescente consapevolezza e competenze. Per questo dagli artigiani è partito l’appello alla Politica e alle Istituzioni. “La transizione, tuttavia, richiede anche concreti interventi politici di sostegno affinché un futuro, ancora tutto da realizzare, venga costruito dagli imprenditori come dai cittadini, superando le paure e affrontando con determinazione le incertezze - ha sottolineato Meloni – la sfida climatica ci offre una straordinaria opportunità: creare nuovi posti di lavoro, aprire nuovi mercati e innovare, trasformando le difficoltà in opportunità”. Secondo l’Associazione, l’ideale modello di transizione deve partire da tre concetti fondamentali: consapevolezza, responsabilità e competitività. Consapevolezza nel comprendere che per contrastare il cambiamento climatico sono necessarie azioni concrete; responsabilità perché non può esserci transizione energetica che non preveda un ruolo attivo e concreto delle imprese e degli imprenditori; competitività perché ci sono spazi enormi di riqualificazione, rinnovamento dei processi e dei prodotti e anche nascita e sviluppo di nuove possibilità e quindi occasioni per ripensare i modelli di business, per innovare, e per generare nuovo valore economico. Per Confartigianato Sardegna è su tante partite che si gioca la capacità delle imprese di stare sul mercato, creare nuova economia ed occupazione e di contribuire, come sempre abbiamo fatto, a distinguere l’artigianato italiano nel mondo quale colonna portante della società e dell’economia. Così come sono importanti, lo sviluppo delle competenze digitali e green ma anche il saper affrontare con serietà e senza pregiudizi tutte le questioni legate all'approvvigionamento energetico, esplorando anche le possibilità offerte da nuove tecnologie. Gli artigiani, nel contempo, hanno anche sottolineato come le imprese debbano anche confrontarsi con i limiti strutturali e burocratici che caratterizzano l’Isola e il resto del Paese. Infatti, la stretta monetaria, i costi legati agli eventi climatici estremi, la fragilità del territorio e l'insufficienza degli investimenti pubblici sono solo alcune delle difficoltà che rallentano il percorso verso una reale sostenibilità.
“Serve un impegno comune per superare questi ostacoli e costruire un modello di sviluppo che sia al tempo stesso rispettoso dell’ambiente e competitivo a livello globale – ha rimarcato Meloni - stiamo vivendo una nuova rivoluzione industriale, in cui tecnologia e sostenibilità devono necessariamente convergere. È una sfida che le nostre imprese stanno già affrontando con azioni concrete per ridurre l’impatto ambientale, operando con responsabilità verso le comunità e il territorio”. “Tutto ciò non solo rappresenta una sfida – ha concluso il presidente di Confartigianato Sardegna - ma anche una straordinaria occasione per ripensare i modelli di business, innovare e creare nuovo valore economico”.
Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, sottolineando come il Comune sia attento alle problematiche ambientali, e come stia affrontando concretamente le opportunità legate all’efficientamento energetico e il risparmio energetico, ha ricordato l’importante lavoro realizzato da Confartigianato Sardegna sui vantaggi derivati dall’installazione dei pannelli fotovoltaici sui capannoni aziendali. Su tale argomento non ha escluso di coinvolgere l’associazione nella ricognizione del patrimonio pubblico per una riqualificazione energetica dello stesso.
Per Franco Cuccureddu, assessore Regionale all’Artigianato, “fare impresa significa anche salvaguardare l’ambiente e pensare al viver comune globale. Infatti la transizione energetica è un aspetto dirimente per la salvaguardia e crescita delle attività artigiane che rappresentano l’asse fondamentale dell’economia della Sardegna. Per questo transizione energetica va accelerata e la Giunta Regionale farà la sua parte in modo concreto”.
Secondo Luca Mercalli, presidente Società Meteorologica Italiana e giornalista scientifico, “l’Italia fa ancora fatica a essere energeticamente indipendente perché siamo indietro di 50 anni. È necessario affrontare il problema dell’energia in tre modi: un uso intelligente della corrente, una incentivazione dei pannelli fotovoltaici per uso civile e imprenditoriale, ovvero più pannelli sui tetti e più rinnovabili, e una importante riqualificazione degli edifici. Occorre inoltre un sistema integrato di energie rinnovabili, che se fatto per il territorio e con il territorio è una cosa positiva, se fatto per speculare allora diventa un problema, e un pacchetto di misure economiche a misura di artigianato. Poi la burocrazia: è necessario tagliarla perché complica ogni cosa e impedisce lo sviluppo delle rinnovabili”. Per Silvano Bocci, Direttore Tecnico Engie Italia, “l’efficientamento energetico parte da una corretta diagnosi energetica degli edifici. Quindi è necessario monitorare cosa non funziona in una struttura e intervenire su tutte le criticità, portando l’immobile a una perfetta performance energetica”.
Sulle comunità energetiche è intervenuto Gianmarco Ragnolo, Epq – Gruppo Dolomiti Energie, affermando come le Cer abbiano più vantaggi, come quello sull’ambiente, rispetto alle problematicità, come quello della burocrazia e della autorizzazioni. I produttori utilizzeranno l’energia prodotta per l’autoconsumo rimettendo in rete la parte eccedente, con importanti benefici derivati dal risparmio in bolletta. Secondo Cesare Moriconi, capo di Gabinetto assessorato regionale Ambiente, è necessario trasformare la necessità imposte dalla transizione energetica in una posizione di vantaggio per i territori, le imprese e i cittadini. Le incertezze del passato hanno creato un gap che mette le attività produttive in difficoltà verso i loro competitor europee: tutto questo non è più tollerabile.
Per questo l’assessorato all’Ambiente e la Giunta sono impegnati in concreta e ampia attuazione della decarbonizzazione per arrivare al traguardo del 2050 e sostenere le imprese in questa importante transizione. Per Emanuele Cani, assessore regionale Industria, il tema dell’energia e delle rinnovabili sono argomenti difficili e importanti; per questo plaude all’iniziativa, approfondita e puntuale, di Confartigianato Sardegna. Per Cani è necessario rallentare sui grandi progetti industriali e puntare su piccole imprese e famiglie.
Per questo, la Regione credendo fortemente sull’autoconsumo per edifici pubblici, imprese. case private e Comunità Energetiche, ha voluto mettere a disposizione 678milioni, fino al 2030, creando un circolo virtuoso nell’utilizzo dei fondi da parte delle aziende. Presto uscirà un bando a favore delle imprese per valutare con quali modalità questi fondi possono fruire di tali fondi.
- Redazione