In Sardegna

San Sperate, si cerca il corpo di Francesca lungo l'Orientale sarda: cosa sappiamo

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SAN SPERATE.  La macchina di lei venduta in fretta e furia a fine maggio, la relazione extraconiugale, il possibile movente della casa e l'intervento del 118 pochi giorni prima della scomparsa. Le notizie sul giallo di San Sperate che ha visto Igor Sollai arrestato con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere della moglie, Francesca Deidda, continuano ad arrivare, seppur frammentarie, spesso ufficiose e ancora in attesa di conferma. E mentre alcuni nodi vengono al pettine, altri rimangono in sospeso. Ora Sollai si trova in carcere a Uta, mentre le ricerche del corpo di Deidda procedono sulla 125, l’orientale sarda.

I FATTI FINORA
Francesca Deidda, 42 anni, viveva a San Sperate, all’uscita del paese nella via Monastir con il marito Igor Sollai, un anno più grande. Ufficialmente risultano trasferiti nel paese dal 2012, anche se alcuni ricordano che vivessero nel Comune già da prima. Lei amante dei gatti, lui giocatore di tennis. Lei lavorava in un call center a Cagliari, lui un autotrasportatore. Le informazioni su di loro sono poche, forse perché entrambi venivano da Assemini, dove risiedono le rispettive famiglie. La scomparsa di lei risale a due mesi fa. L’ultima volta era stata vista dalle colleghe al lavoro. Secondo quanto si apprende era uscita prima del solito. Dalla mail personale di Deidda è partita la notifica del licenziamento immediato ai datori di lavoro e via chat ha continuato a parlare con le sue colleghe, motivando il suo improvviso allontanamento. C’erano problemi a casa, con il marito, aveva detto loro, e avrebbe avuto bisogno di tempo per sé stessa. Le colleghe però si sono insospettite e hanno teso una trappola alla persona che comunicava dal cellulare di Francesca, citando un’altra collega che in realtà non esisteva. Tanto è bastato per capire che qualcosa non andava

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LA SCOMPARSA
La scomparsa di Deidda ha portato anche il fratello di lei, Andrea, a denunciare la situazione alle autorità. Era il 30 maggio. Il marito, Sollai, aveva detto di non aver presentato denuncia perché ci aveva pensato già il fratello della moglie e intanto erano partite le indagini delle forze dell’ordine che da subito avevano escluso l’ipotesi del suicidio o della fuga. La sparizione è stata taciuta anche per permettere agli inquirenti di mandare avanti le indagini indisturbati, che intanto si chiudevano intorno al marito. La settimana scorsa a San Sperate era arrivata anche una troupe di “Chi l’ha visto” che però non ha mandato in onda nessun servizio sulla questione. Infine ieri, l’otto luglio, è scattato il fermo di Sollai, poi convalidato in serata. L’accusa è di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Nelle ultime ore, dalla cella di Uta, si è detto estraneo ai fatti.

 

LE RICERCHE E LE PISTE
Ora le ricerche del cadavere di lei si sono intensificate: Sollai di mestiere fa l'autotrasportatore (prima si occupava di disinfestazioni secondo alcuni vicini). Il suo attuale impiego rende le ricerche più complesse, visti gli spostamenti continui dell’uomo e la sua conoscenza del territorio. Poi c’è il cellulare: il marito, in possesso del telefono di lei, avrebbe inviato dei messaggi che una volta tracciati ricondurrebbero al tratto della statale 125. Sollai non aveva il telefonino della moglie al momento dell'arresto e si sospetta che lo abbia gettato via in queste ultime settimane. Nelle ultime ore da più fonti (amiche di lei) è stato confermato il fatto che Francesca Deidda sospettasse una relazione extraconiugale del marito e che ci fossero state delle discussioni anche su eventuali figli. A questo c’è da aggiungersi il problema della casa e la possibilità che in caso di separazione lei potesse ottenerla. Poi ci sono altri dettagli senza risposta: il fatto che sul campanello di casa ci fosse già solo il nome di lui e che Sollai avesse messo in vendita l'auto della moglie nei giorni della scomparsa. Poco o nulla si sa dell'amante, né se stiano ancora insieme. Infine, Francesca Deidda sarebbe stata soccorsa dal 118 a casa sua nei giorni prima della sparizione. Ma su questi elementi, per ora, vige il massimo riserbo. La parola spetta agli investigatori che, al momento opportuno, riveleranno nuovi dettagli.