CAGLIARI - Quasi una tonnellata di rifiuti recuperate a terra e a mare questa mattina per Puliamo la Sella! a Cagliari. Plastiche, attrezzature da mare, come un’intera barca recuperata a pezzi e oggetti bizzarri come delle gambe finte, schermi pc, materiale edile, sono stati raccolti a Puliamo la Sella! da 200 volontari sabato mattina, nel tradizionale evento di clean up organizzato dalla Fondazione MEDSEA, in collaborazione con numerose associazioni sportive acquatiche e non che operano al Poetto.
La rimozione collettiva dei rifiuti a mare e a terra, partita da Marina Piccola ed estesa lungo la costa cagliaritana, è stata sfidata quest’anno dalle condizioni meteo marine avverse, caratterizzate da raffiche di scirocco e mare mosso. Tuttavia, nonostante queste difficoltà, la raccolta dei rifiuti è stata in linea con gli anni precedenti, come hanno fatto sapere gli organizzatori con una tonnellata circa di rifiuti rimossi. “Questo evento annuale nella città di Cagliari nasce con lo scopo di promuovere il rispetto per gli habitat marini e costieri - spiega Piera Pala, presidente della Fondazione MEDSEA - Circa l'80% della plastica che si trova nei mari proviene da una gestione inadeguata dei rifiuti a terra, dovuta soprattutto alla limitata capacità di riutilizzare e riciclare i materiali plastici*.
La sesta edizione di Puliamo la Sella! è stata dedicata agli amici Cetacei, mammiferi marini che - come molte altre specie - sono fortemente minacciati dall’inquinamento marino dalla plastica. Per l’occasione, Laura Pintore, Marine Wildlife Expert WWF Italia, ha tenuto un approfondimento a margine dell’evento. A livello Mediterraneo, “il 75% delle specie di cetacei è considerato minacciato - racconta Pintore - Uno scenario che evidenzia la necessità urgente di intraprendere “interventi di conservazione per proteggere queste specie iconiche dagli impatti antropici come il rischio di collisioni con l’elevato traffico marittimo, l’intrappolamento in attrezzi da pesca (bycatch) l’inquinamento acustico, da plastica e chimico, e infine l’effetto dei cambiamenti climatici”.