In Sardegna

La carne d'agnello sarda verso la Cina: l'incontro fra esperti a Bonassi

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CAGLIARI. La Cina è il più grande importatore di carni ovine al mondo: ne importa annualmente 1,73 miliardi di dollari (la carne ovina è al 158 esimo posto dei prodotti più importati nello stato asiatico) per questo nei giorni scorsi il suo interesse si è focalizzato sulla Sardegna, ossia la regione europea che nel 2022 ha esportato 4500 tonnellate di carni d’agnello con un fatturato totale di 38 milioni di euro di valore alla produzione.
Il prodotto principe dell’economia agropastorale sarda infatti ha avuto la possibilità di incontrare ancora una volta l’Oriente grazie al Consorzio di Tutela dell’Agnello di Sardegna Igp che dopo aver partecipato a Foodex Japan, dal 5 all’8 marzo a Tokyo, il 14 marzo ha incontrato a Bonassai (SS) sede di Agris, l'agenzia sarda per la ricerca scientifica, la sperimentazione e l'innovazione tecnologica nel settore agricolo, i rappresentanti della Repubblica Popolare Cinese alla Fao. L’ambasciatore Fao Guang Defu ha potuto conoscere il settore dell’allevamento ovino e in particolare quello dell’Agnello di Sardegna Igp e la sua filiera, direttamente dal presidente del Contas Battista Cualbu assieme al direttore generale Agris Raffaele Cherchi, prima nella sede dell’agenzia agricola regionale e dopo grazie alla visita di un’azienda agropastorale. Mentre il 15 la delegazione è stata ospitata nella sede dell’assessorato regionale all’agricoltura dove la direttrice Generale Maria Giuseppina Cireddu e il dirigente Laore Gianni Ibba hanno organizzato una presentazione sui principali prodotti agro alimentari della Sardegna "in un incontro che è stato molto cordiale - spiega Cireddu - e di considerazione per il grande lavoro che quotidianamente gli allevatori e gli enti regionali svolgono nel garantire la qualità delle produzioni".
Lo sviluppo della filiera sarda di carni ovine certificate, e quindi sottoposte al rispetto di un disciplinare, assieme alla sua valorizzazione e promozione sono state infatti al centro degli incontri che avevano l’obiettivo di sondare le possibilità di costruzione di rapporti commerciali con lo stato asiatico “poiché il mercato della carne di agnello in Cina è fortemente in crescita – spiega il direttore del Contas Alessandro Mazzette -. E nonostante ne producano circa 5,31 milioni di tonnellate (dati 2023), rimane altissima la domanda di carne ovina. I gusti dei cinesi sono in costante cambiamento: ai cinesi piace soprattutto la carne fresca e i ristoranti sono i luoghi in cui si consuma sempre di più la carne di agnello”.  
A Bonassai è stata anche l’occasione per presentare i progetti sviluppati collateralmente,  come quello dell’agnellone pesante attraverso la selezione delle razze e la scelta dei sistemi di alimentazione più performanti e convenienti.  “Un onore e motivo di grande soddisfazione la visita dell’ambasciatore cinese – commenta Raffaele Cherchi -. Grazie agli ormai consolidati rapporti di collaborazione con il Contas abbiamo avuto l’opportunità di presentare le principali tecniche di allevamento ovino utilizzate  in Sardegna, il sistema di tracciabilità del prodotto e le innovazioni sull’agnello da latte che da tempo il nostro centro di ricerca di Bonassai sta sperimentando”.
L’interesse della delegazione cinese nasce dal continuo lavoro della Cina di costruzione di rapporti commerciali con paesi che possono garantire importazione di prodotti alimentari di qualità.

“Infatti l’Italia è il paese dell’Unione Europea – spiega Battista Cualbu, presidente del Contas - con il maggior numero di accordi per l’esportazione di prodotti enogastronomici verso la Cina che è attenta non solo a come si sviluppano le filiere, ma anche alla cultura e alla società che ha generato quel tipo di prodotto. Vien da se che la Sardegna rappresenta per loro un luogo di produzione di prodotti di alta qualità e allo stesso tempo, questo continua a rappresentare per noi produttori un motivo di miglioramento e al contempo il motore e il punto di forza di una crescita sostenibile di tutte le aree della Sardegna. Visione condivisa con lo stesso funzionario”. Infatti lo stesso ambasciatore Fao Guang Defu, ha apprezzato il grande legame tra prodotti e cultura locale: “I sardi sono calorosi e accoglienti – ha commentato - e particolarmente amichevoli con i cinesi. La delegazione ha apprezzato la tutela delle razze locali, la qualità e la sicurezza dei prodotti e l'intera catena produttiva del settore l'allevamento, l'alimentazione e la trasformazione dei prodotti che è possibile grazie a numerosi imprenditori agricoli come il presidente Cualbu”.