In Sardegna

Arbus, caretta caretta ferita resta intrappolata: perderà una parte della pinna

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ARBUS. Una tartaruga Caretta caretta ferita è rimasta intrappolata sugli scogli a Capo Pecora, ad Arbus. 

L'esemplare è stato trovato da tre ragazzi di Villacidro e poi affidata al centro di recupero del Sinis.

La tartaruga ha un problema serio ad un arto causato probabilmente da una delle tante reti abbandonate o da un pezzo di nylon. "Questo episodio conferma come il problema del marine litter (la presenza delle plastiche e delle microplastiche in mare) è sempre gravissimo e presente", fanno sapere gli esperti, "la tartaruga adesso verrà operata per rimuovere il tessuto in necrosi, ma perderà una parte della pinna".

"Vi presento Pasqualina, esemplare di tartaruga Caretta caretta rinvenuto a Capo Pecora da tre ragazzi di Villacidro e consegnato in custodia a Fabio, dipendente dell’Agenzia Forestas, in attesa di essere presa in carico dagli agenti del Corpo Forestale per la procedura di affidamento al centro di recupero del Sinis, nodo della Rete Regionale, competente per territorio: purtroppo, l’animale ha un problema serio ad un arto ed è stato necessario intervenire per evitare danni peggiori", scrive l'assessore regionale all'Ambiente Marco Porcu su una nota. 

"Tutto questo è stato possibile proprio perché in Sardegna è presente una Rete di eccellenza, coordinata dal competente Servizio dell’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente, il cui funzionamento è finanziato dalla Regione Sardegna con un contributo ordinario annuale complessivo di €. 160.000,00, ripartito tra i Centri di recupero e primo soccorso della Rete regionale per le attività di soccorso, cura, riabilitazione della fauna marina e gestione degli eventi straordinari di nidificazione. 

Nel corso di questa legislatura, però, l’attenzione per la Rete è notevolmente cresciuta, con l’attribuzione di due contributi straordinari, uno nel 2021, pari ad €. 303.000,00, ed uno nel 2023, pari ad €. 480.000,00: entrambi destinati alla riqualificazione e al potenziamento dei Centri, alle iniziative straordinarie di ricerca sperimentale dei siti di nidificazione (mediante l’utilizzo di cani e droni), al monitoraggio satellitare degli esemplari riabilitati e rimessi in libertà, oltre che alle attività di comunicazione istituzionale e di scambio, anche internazionale, delle conoscenze.

Da ultimo, non perché meno importante, alla fine del 2023, il Consiglio Regionale, su proposta della Giunta, ha finalmente istituzionalizzato, con apposito provvedimento legislativo, la Rete Regionale e le sue attività, fino ad allora portate avanti in virtù di meri accordi tra le istituzioni coinvolte.

Mi auguro che, anche nel prossimo futuro, l’attività della Rete continui ad essere adeguatamente valorizzata, in un’ottica di tutela del nostro mare e delle specie protette presenti", conclude Porcu.