SASSARI. Ennesima aggressione a danno degli agenti in carcere a Sassari. Un detenuto nigeriano, che avrebbe tentato di uscire dalla cella per raggiungere un'altra sezione, avrebbe colpito con dei pugni due guardie. I due agenti feriti sono finiti in ospedale.
Sono stati soccorsi e trasportati in ambulanza al pronto soccorso di un ospedale esterno.
A renderlo noto il segretario generale della Uil Pa Polizia Penitenziaria della Sardegna Michele Cireddu che aggiunge: “Questo è l’ennesimo episodio di aggressione a danno dei nostri poliziotti, il ministro Nordio in un suo intervento iniziale aveva associato metaforicamente un pugno subito dagli agenti come subito da se stesso. Noi altrettanto metaforicamente invece prendiamo atto che, considerata l’inerzia dimostrata sinora, i troppi pugni subiti lo hanno mandato al tappeto", scrive.
"Il fenomeno delle aggressioni è sempre più dilagante, il pretendere il rispetto delle regole, garantire la legalità, mantenere alto il simbolo dello Stato anche nei luoghi come il carcere, considerati di frontiera, innesca in certi detenuti facinorosi il pretesto per aggredire gli agenti, perché purtroppo hanno la consapevolezza che lo Stato sta dimostrando tutta la sua debolezza permettendo che gli agenti siano le vittime sacrificali. I due poliziotti sono stati trasportati in ospedale e la prognosi supera i 10 giorni salvo le complicazioni, e questo e’ avvenuto solo perché hanno preteso il rispetto delle regole in un luogo dove a disattendere le regole è proprio l’amministrazione che costringe gli agenti a lavorare al di sotto dei livelli di sicurezza, senza una guida certa ed effettiva.
Il direttore si divide tra Sassari e Cagliari, l’ennesimo comandante 'provvisorio' è stato inviato in missione dalla Penisola, giusto il tempo per comprendere come funziona il carcere di Sassari e non e’ difficile ipotizzare l’ennesimo avvicendamento di entrambe le figure, perché l'amministrazione penitenziaria sta dimostrando tutta la sua debolezza e l’ inadeguatezza a gestire una situazione sempre più allarmante. Preoccupa anche il livello della politica sarda, perlomeno rispetto all’emergenza carceri. Nessuno schieramento politico infatti ha saputo portare negli anni, un minimo risultato per garantire ai più di 1300 poliziotti che operano in Sardegna, almeno le stesse condizioni lavorative delle altre regioni d’Italia. Carenze in tutti i ruoli, l’assenza contemporanea di un direttore e di un comandante titolari nell’Istituto di Sassari è una vergogna che macchia le Istituzioni, la politica sarda e certifica il fallimento dell’amministrazione penitenziaria che andrebbe riformata mandando a casa gli attuali vertici".
- Redazione