In Sardegna

"Conversione? Significa chiudere": Confindustria e sindacati difendono la fabbrica sarda di bombe

Bombe-Domusnovas-aeroporto-Elmas

DOMUSNOVAS. Confindustria e sindacati insieme: un'alleanza inusuale (anche se non è la prima volta) per difendere la fabbrica delle bombe Rwm di Domusnovas. Riconversione? Impossibile: significherebbe chiudere tutto e mandare gli operai a casa.  Questo sostengono insieme Confindustria Sardegna Meridionale con Cgil-Filtcem e Cisl-Femca del Sulcis Iglesiente:  "Rwm Italia", spiegano, "opera nel pieno ed assoluto rispetto delle normative e regole vigenti, dispone di tutte le complesse autorizzazioni necessarie ed è assoggettata a rigorosi processi di controllo e vigilanza da parte degli organismi competenti per legge", e ribadiscono "il pieno diritto e la legittimità dell’attività produttiva dello stabilimento di Domusnovas". Sullo sfondo ci sono le polemiche internazionali, le denunce sull'utilizzo degli ordigni nel massacro in corso in Yemen. Ma la nota congiunta guarda da questa parte del Tirreno, nel Sulcis-Iglesiente:  "Un'attività" quella dello stabilimento tedesco, "che, in un area caratterizzata da una profondissima crisi economica, riesce ad assicurare una occupazione ad alta specializzazione diretta e verificabile ad oltre 300 lavoratori (a tempo indeterminato e in somministrazione), oltre ad un indotto certamente rilevante ed alla diffusione di reddito nel territorio".

Il servizio del New York Times 

 

Poi la bocciatura delle ipotesi di riconversione che vengono avanzate da più parti: "Le estemporanee ipotesi di riconversione produttive risultano, oltre che giuridicamente irricevibili, assolutamente impercorribili e velleitarie, per investimenti, competenze, tecnologie, attrezzature industriali e mercati totalmente alternativi e diversi rispetto agli attuali.  Chiedere la riconversione equivale dunque a chiedere la chiusura dello stabilimento. Così come la diffusione di comunicazioni non corrette accompagnate da azioni spesso demagogiche di propaganda e agitazione sociale mettono a rischio anche la stessa sicurezza personale dei lavoratori, dei loro familiari e del sito".