CAGLIARI. Li avevano incarcerati con l’accusa di aver seviziato un bambino con un aspirapolvere e di aver abusato di un altro. Dopo due anni, i giudici d’appello li hanno assolti perché “il fatto non sussiste”. È la fine di un incubo per Attilio Giuseppe Locche e Anna Maria Ronsisvalle, coniugi di Serdiana, condannati a tre e due anni di carcere per atti sessuali su due minori non ancora quattordicenni per fatti risalenti al 2009.
L’accusa ai due coniugi era fondata sul racconto di un ragazzino che davanti al pubblico ministero Maria Virginia Boi aveva sostenuto di essere stato costretto dalla coppia a spogliarsi e subire sevizie insieme a un amico nei locali della pizzeria di proprietà dei coniugi a Serdiana. Una versione contraddittoria, negata dall’interessato e dalla sua famiglia durante l’incidente probatorio, che aveva comunque portato alla condanna in primo grado. Proprio la contraddittorietà e la sostanziale irrealtà del racconto hanno convinto i giudici d'appello ad accogliere la richiesta del sostituto procuratore Giancarlo Moi assolvendo i due coniugi sessantenni perché il fatto non sussiste.