In Sardegna

"Poligoni, documento drammatico": il Partito dei sardi spara su Pigliaru

CAGLIARI. Il pensiero è questo: "Fare dichiarazioni altisonanti di fronte a un documento drammatico per le giunte future dà la misura di uno scivolamento verso la propaganda che francamente non ci aspettavamo. La propaganda è un pessimo additivo della politica: crea dipendenza e impone di inventarne una al giorno, anche quando si farebbe meglio a tacere". Parole di un esponente dell'opposizione alla giunta di Francesco Pigliaru per commentare l'accordo con il ministero della Difesa sui poligoni militari (QUI I CONTENUTI DELL'ACCORDO)? No. È la tesi di Paolo Maninchedda, segretario del Partito dei sardi, alleato del governatore alla guida della Regione. Il gruppo in consiglio regionale aveva evitato di votare il documento sull'intesa quando è passato al vaglio dell'aula.  Una critica pesante, quella del professore di Macomer,  all'esecutivo del quale fa parte anche il suo partito di aspirazioni indipendentiste.

Le dichiarazioni del ministro della Difesa Roberta Pinotti e del presidente della Regione Framcesco Pigliaru dopo la firma del patto

"Prima", attacca ancora Maninchedda,  "si diceva ‘Non di solo pane’, per ricordare la dignità dell’uomo. Oggi bisognerebbe dire: ‘Non di sole parole’. L’idea che la politica sia solo un sistema di narrazioni e di rappresentazioni e non invece un’azione storica, costituita da esistenze, interessi, fatti e discorsi, si sta diffondendo nuovamente in Europa e in Italia". 
Certo, non esistono solo le servitù militari. Ma c'è da chiedersi: come si fa a sostenere un governo regionale se si pensa che avrebbe fatto meglio a tacere?

Anche perché, mentre a Roma si firmano patti su riduzioni e dismissioni (parziali e tutte da attuare), la Marina Militare continua le esercitazioni nel poligono di Teulada. Ecco cosa sta succedendo.