In Sardegna

Carcere di Uta, detenuto aggredisce 4 agenti

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UTA. Un detenuto ha aggredito quattro agenti al carcere di Uta. Lo segnala il segretario generale della Uilpa Sardegna

Michele Cireddu con una nota, spiegando che il detenuto avrebbe prima malmenato due agenti, poi anziché essere trasferito (come dovrebbe prevedere la procedura in questi casi), sarebbero stati allontanati dalla struttura gli stessi agenti, quindi il detenuto ne avrebbe aggredito in seguito altri due.

“Abbiamo avuto modo di apprendere che nell’Istituto di Cagliari Uta a seguito di un aggressione subita da due agenti da parte di un detenuto particolarmente facinoroso, anziché applicare la circolare citata in oggetto che prevede esplicitamente l’immediato trasferimento del detenuto autore dell’aggressione in altro Istituto, sono stati allontanati gli agenti aggrediti in una sede lontana rispetto la propria residenza”, si legge.

“Intanto sembra che si stiano invertendo le parti; gli agenti aggrediti ci risulta abbiano dichiarato su esplicita richiesta che non manlevavano l’amministrazione da responsabilità in caso di ulteriori aggressioni da parte del detenuto e l’amministrazione come risposta gli ha allontanati senza nemmeno tener conto delle eventuali esigenze personali. 

Uno dei due agenti pare addirittura sia stato trasferito a Cagliari con un provvedimento ai sensi della legge 104 e s.m., facile quindi prevedere che questo provvedimento di allontanamento gli stia creando ulteriori gravi problematiche familiari.

Nel frattempo Il detenuto, probabilmente rinfrancato dal mancato trasferimento, ha aggredito altri due agenti in un’altra sezione detentiva causandogli delle prognosi importanti. Ci viene spontaneo a questo punto pensare che se questo è il modo di agire dell’amministrazione, molto presto verranno allontanati tutti gli agenti che il detenuto deciderà di aggredire, incrementando la percentuale di carenza organica già estremamente deficitaria.

Sembra un incredibile paradosso ma probabilmente è il nuovo modus operandi che sta mettendo in atto l’amministrazione che chiediamo immediatamente di modificare”, continua la nota.

“Per quanto riguarda invece il caso arcinoto degli agenti aggrediti nella Casa Circondariale di Sassari, pare che un Suo ordine di traduzione del detenuto autore dell’aggressione, a distanza di mesi, non sia ancora stato assicurato e, l’autore dell’aggressione e delle minacce di morte continui indisturbato a circolare nell’Istituto in attesa forse di incontrare chi ha minacciato per poter terminare ‘l’opera’.

Anche in questo caso pare sia stato allontanato uno degli agenti aggrediti in un Istituto lontano dalla propria residenza creando evidenti disagi alla propria stabilità familiare.

Crediamo che questo modo di agire debba immediatamente essere fermato, i provvedimenti di allontanamento devono essere messi in atto nei confronti dei detenuti ed il personale di Polizia Penitenziaria che subisce un aggressione e rappresenta lo Stato, debba poter svolgere serenamente servizio nella propria sede.

Se l’amministrazione intende stravolgere tale concetto che ci sembra chiaro, scontato e sacrosanto, le chiediamo di comunicarlo esplicitamente nel riscontro della presente per dare la possibilità alla scrivente di mettere in atto ulteriori azioni sindacali. Nel contempo chiediamo di applicare la circolare dipartimentale nei confronti dei detenuti autori delle

aggressioni e di riassegnare il personale di Polizia Penitenziaria allontanato, nella propria sede di servizio”.