CAGLIARI. C'è chi raccoglie olive e frequenta l'istituto industriale, non l'agrario, chi invece aiuterà i bambini a fare i compiti ma ogni giorno studia materie scientifiche. E c' anche chi viene dirottato verso un'altra città ed è costretto a spendere centinaia di euro pur di raggiungere le ore obbligatorie per terminare il percorso di studio. Sono i giovani di Eureka, studenti degli istituti di Cagliari e hinterland, ancora una volta scesi in piazza per protestare contro una "cattiva" scuola che non solo li costringe a studiare all'interno di istituti fatiscenti, ma anche a "fare lavori" lontani dal loro percorso di studio.
Eppure l'alternanza scuola lavoro dovrebbe sì alternare periodi di studio e di pratica, ma anche costituire una metodo di studi per consentire agli studenti di fare scuola e lavoro legato al percorso di studi. Ma di fatto non è così. Tanto è vero che proprio da lunedì scorso, è attiva una commissione di vigilanza pronta a raccogliere tutte le segnalazioni degli studenti costretti a fare "lavori" che certamente non seguono un filo logico con la didattica delle loro scuole.
"Siamo pronti ad ascoltare gli studenti, a vigilare e a coordinare - ha spiegato Francesco Piras, presidente della commissione di vigilanza - i rappresentanti degli studenti potranno rivolgersi a noi per spiegarci dove i ragazzi sono costretti ad affrontare dei percorsi lavorativi che non sono legati agli studi in corso e un tutor diventerà il portavoce dei giovani e dell'ente e/o azienda dove i ragazzi stanno seguendo il percorso lavorativo".