In Sardegna

"Cervi sardi e cinghiali muoiono di fame, la Regione faccia qualcosa": la denuncia degli animalisti

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CAGLIARI. Cervi sardi e cinghiali muoiono di fame. La denuncia arriva dal Gruppo di intervento giuridico (Grig) che, in un comunicato a firma del portavoce Stefano Deliperi, denuncia "gli effetti della perdurante siccità, interrotta dalle piogge e da qualche nevicata solo in queste ultime settimane" sulla fauna selvatica, in particolare il cervo sardo e il cinghiale.

"Parecchi esemplari - si legge nella nota - vagano verso le pianure in cerca di qualcosa di commestibile, per giunta stressati dalla stagione di caccia grossa iniziata l’1 novembre, finendo per provocare danni alle colture e anche per causare incidenti stradali. Più che giustificata, quindi, la sospensione della caccia alla lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus) e alla pernice sarda (Alectoris barbara) decisa (ordinanza cautelare n. 308/2017 del 15 settembre 2017) dal T.A.R. Sardegna su ricorso del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus. Ma non basta certo".

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"La stessa Regione autonoma della Sardegna -  prosegue il comunicato - ha dichiarato il conclamato stato di grave siccità ed eccezionale avversità atmosferica con la deliberazione Giunta regionale n. 30/37 del 20 giugno 2017. La situazione è nota, ma ignorata: cervi e cinghiali muoiono letteralmente di fame dove gli effetti della lunga siccità hanno indebolito le popolazioni e rischiano anche di causare epidemie. La Regione, attraverso il suo dinamico Assessore della difesa dell’ambiente, dovrebbe far intervenire senza indugio l’Agenzia Forestas e il Corpo forestale e di vigilanza ambientale per sopperire almeno parzialmente alle gravi difficoltà, con la distribuzione di foraggio e con la semina di erbai. Altrimenti - conclude Deliperi - cervi sardi e cinghiali moriranno di fame in buon numero, come testimoniano i sempre più numerosi esemplari deceduti ritrovati nelle foreste del Sulcis".