CAGLIARI. Il centro sclerosi multipla non tornerà al Binaghi, la sua casa originaria, prima della fine della pandemia. Lo ha detto questa mattina in consiglio regionale l'assessore alla Sanità Mario Nieddu in risposta alle interrogazioni, presentate durante il question time, dai consiglieri di opposizione Francesco Agus (Progressisti) e Eugenio Lai (Leu).
Agus, in particolare, ha messo l’accento sul fatto che ogni anno, in Sardegna, si verificano 200 nuovi casi di sclerosi multipla, patologie che colpisce 70000 malati, dei quali 5000 solo a Cagliari. A fronte di questa elevatissima incidenza della patologia, ha proseguito Agus, l’organico è di soli 4 neurologi, mentre ormai da mesi i pazienti sono costretti nelle diverse sedi sul territorio, attivare dopo che anche alcuni reparti del Binaghi sono stati riconvertiti per la lotta alla pandemia. Chiediamo quindi, ha concluso, cosa è stato fatto per potenziare organico (che va almeno raddoppiato) e poi cosa si intenda fare in futuro per riportare al Binaghi l’unica sede del centro regionale sulla sclerosi multipla.
Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha invece denunciato con forza "le gravi responsabilità della Giunta e dell’assessore, sia per la carenza totale di programmazione che per l’assenza di attenzione nei confronti di una patologia che merita ben altri interventi. La verità", ha sostenuto Lai, "è che tantissimi malati non possono essere curati perché la maggioranza ha scelto di attivare al Binaghi reparti Covid “spalmando” il centro in due tronconi; ora non basteranno le solite parole perché situazione è sotto gli occhi di tutti e servono quelle risposte concrete che i pazienti sardi meritano".
L’assessore Nieddu, in apertura, ha dichiarato di non voler scendere sul terreno di Lai per rispetto dei pazienti, perché non si può dimenticare che il problemi della carenza di neurologi (come di altri specialisti) nasce del passato. Nello specifico, ha precisato, "è stata indetta una selezione che purtroppo non ha dato i risultati sperati e per il futuro si sta valutando con attenzione le possibilità di stipulare contratti libero professionali a tempo determinato per almeno due posizioni nelle more del concorso, fermo restando che i medici hanno comunque bisogno di una formazione particolare".
Per quanto riguarda il “presunto smembramento del centro del Binaghi", ha concluso, "nella fase acuta della pandemia non c’erano possibilità di individuare altri spazi per i reparti Covid e del resto quella soluzione ci ha consentito di riaprire il pronto soccorso del Santissima. Trinità; in prospettiva la collocazione del centro al Binaghi è certamente auspicabile ma occorrerà attendere la cessazione della pandemia".
- Redazione