ROMA. La Corte costituzionale boccia la legge sarda che dava la possibilità di mantenere in piedi per tutto l'anno i chioschi - e le altre strutture amovibili - sulle spiagge: a cadere sotto al mannaia della Consulta, a seguito dell'impugnazione da parte del governo, è un passaggio della norma sul piano di utilizzo dei litorali di febbraio dell'anno scorso.
È stata dichiarata l'illegittimità dell'articolo 2 sul posizionamento delle strutture amovibili a scopo turistico per tutto l'anno per favorire la destagionalizzazione a condizione che l'operatore, entro il 31 ottobre di ciascun anno, programmi e comunichi, ai sensi dell'ordinanza balneare periodica, un minimo di 10 mesi di operatività sui dodici mesi successivi.
Per i giudici costituzionali "'il mantenimento delle opere precarie in questione' - come questa Corte ha già affermato - non può certo avvenire 'in mancanza della necessaria positiva valutazione di compatibilità paesaggistica' (sentenza n. 232 del 2008), potendosi determinare uno sfruttamento delle coste che svilirebbe le loro bellezze naturali. È chiaro che, in assenza del controllo periodico delle autorità paesaggistiche preposte alla tutela del vincolo- scrive la Corte -, la legge regionale che permette di posizionare, per tutto l'anno, le strutture turistico-ricreative, può produrre un danneggiamento, indiscriminato, del valore preminente connaturato al litus maris". Altre censure sollevate dal Governo, sempre sul posizionamento delle strutture turistiche amovibili sui litorali, sono invece state respinte dalla Consulta.
In Regione interpretano diversamente la sentenza: "No alla rimozione se c'è nulla osta paesaggistico duraturo". (Qui la notizia)