In Sardegna

"Consiglio regionale paralizzato da legge sulle poltrone": le accuse dell'opposizione

CAGLIARI. “Lavori fermi da oltre un mese, i veri problemi rimangono accantonati, si pensa solo al disegno di legge 107”. La denuncia arriva dall’opposizione e si punta il dito contro l’attività del Consiglio regionale che rimane ferma da 46 giorni, e si concentra sulla proposta di legge da 6 milioni di euro che prevede un aumento dello staff degli assessorati e del presidente della Regione.
“La maggioranza, con le forzature della 107 e le sue liti interne, sta impedendo al Consiglio di lavorare per risolvere i veri problemi dei Sardi”, dice Michele Ciusa, capogruppo del Movimento Cinque Stelle riferendosi ai dissapori nati ieri tra il leader dell’Udc Giorgio Oppi e l’assessore alla Sanità Mario Nieddu. Gli fa eco il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau: “Questo disegno di legge non porterà nessuna utilità, non si pensa al contrasto alla pandemia, alla campagna vaccinale, al sostegno alle imprese ed alle famiglie colpite dalla crisi”. L’attività in Consiglio, inoltre, sempre secondo Ganau, procede “a singhiozzo fra sospensioni tanto continue quanto immotivate”.

Per il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus “la maggioranza va contro se stessa, scegliendo di arroccarsi su una legge che aumenta poltrone e spesa pubblica e soprattutto va contro i Sardi in questo momento di grande sofferenza”. Massimo Zedda, consigliere dei Progressisti, ha ipotizzato che “le cause dei contrasti interni siano riconducibili anche “alle riforme degli Enti locali e della Sanità che stanno dividendo profondamente le varie forze del centro destra sempre per le solite logiche di spartizione, ma soprattutto c’è in arrivo la riforma delle partecipate che introdurrà nuovamente i consigli di amministrazione, una manovra che vale circa 300 nomine”.