CAGLIARI. Più ospedali, meno militari. Questo il motto del sit-in che gli antimilitaristi di A Foras hanno convocato per giovedì prossimo alle 15 davanti al poligono di Capo Frasca. "A distanza di pochi mesi dalla prima ondata della pandemia da Covid-19 la sanità sarda è sprofondata in un abisso di disorganizzazione e mancanza di risorse, tenuta in piedi solo dalla buona volontà degli operatori sanitari e le nefaste conseguenze della seconda ondata si ripercuotono su tutti i cittadini e le cittadine sardi a causa, soprattutto, della miopia delle istituzioni politiche regionali e statali", si legge in un comunicato.
"Eppure, fin dal primo ottobre tutte le basi militari italiane in Sardegna hanno ripreso a ospitare esercitazioni a fuoco a cadenza quasi quotidiana, con uno sperpero di milioni e milioni di euro. A questo quadro si aggiunge la scelta del governo, nelle bozze sull'utilizzo del Recovery Fund, di spendere ben 30 miliardi nel settore della Difesa. Come movimento che si oppone all'occupazione militare della Sardegna, A Foras non può chiudere gli occhi di fronte a questa situazione disastrosa".
Ecco le richieste: "Chiediamo che fin da ora si stabilisca inderogabilmente una moratoria su tutte le esercitazioni militari. Chiediamo che la Regione e lo Stato ritirino i finanziamenti a progetti utili solo agli interessi delle forze armate e al profitto delle industrie del settore bellico. A titolo di esempio, chiediamo lo stop al finanziamento del progetto SIAT di Teulada, al co-finanziamento pubblico della piattaforma per i test dei motori missilistici nel Poligono di Quirra e al co-finanziamento del progetto Caserme Verdi, che riguarda – in Sardegna – le tre caserme dell’Esercito a Cagliari e quella di Teulada. Chiediamo che i soldi risparmiati grazie ai primi due punti siano reinvestiti nel potenziamento della sanità pubblica sarda".