In Sardegna

L'indagine di Legambiente su otto spiagge sarde: "505 rifiuti ogni 100 metri"

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CAGLIARI. "Sulle spiagge sarde 505 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia". Il dato è stato diffuso da Legambiente, in occasione della tappa della Goletta verde in Sardegna, che presenta l'indagine scientifica sui rifiuti in spiaggia Beach litter 2020: "In pratica non è possibile muovere un passo senza incontrare rifiuti". L’associazione ambientalista chiede ora che “il Senato approvi subito la Legge Salvamare”

SUL TERRITORIO. Sono state monitorate otto spiagge lungo tutto il territorio sardo: nello specifico, la spiaggia di Giorgino a Cagliari; la spiaggia 17 ad Arborea e quella di Sassu a Santa Giusta, nella provincia di Oristano; le spiagge Poltu di la Rena, Ampurias e La Madonnina a Castelsardo (Ss); la spiaggia di San Giovanni a Posada (Nu); la spiaggia di Svicu nella Costa Verde ad Arbus (Su).

All’interno dell’area campionata di 41.300 metri quadrati sono stati censiti un totale di 4030 rifiuti. In linea con quanto fotografato dai numeri nazionali la plastica continua a essere il materiale più presente negli arenili sardi, pari al 93,2% del totale dei rifiuti rinvenuti, seguita da vetro/ceramica (2,7%) e frammenti tessili (1,1%). In particolare, parliamo per il 26,6% di pezzi di polistirolo (tra i 2,5 cm e i 50 cm) e pezzi di plastica (tra i 2,5 cm e i 50 cm) per il 22,8%, di tappi e coperchi per l’8%, di altri oggetti di plastica/polistirolo identificabili ma non in lista per il 5,8% e di pezzi di plastica dalle dimensioni maggiori di 50 cm per l’1,5%; tutte tipologie di oggetti di plastica presenti nella top 10 dei rifiuti censiti.

“Ancora una volta gli studi portati avanti mediante il Beach Litter hanno evidenziato come la cattiva gestione dei rifiuti urbani, insieme all’inciviltà di alcuni soggetti, sia pericolosa per il litorale e il mare stesso", ha commentato Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna, "sono ancora troppe le plastiche monouso abbandonate, le cicche di sigaretta e i prodotti per l’igiene personale ritrovabili nelle nostre amate spiagge. È giunto il momento che l’Italia recepisca quanto prima la direttiva europea sulle plastiche monouso, consolidando il proprio impegno ambientale mediante politiche plastic free e l’adeguamento dei punti di raccolta differenziata troppo spesso assenti o insufficienti per garantire una efficiente raccolta dei rifiuti prodotti dai fruitori delle nostre spiagge”.

Per Legambiente è necessario intervenire dal punto legislativo anche attraverso l'approvazione della “Legge Salvamare”, che consentirebbe ai pescatori di riportare a terra i rifiuti pescati accidentalmente: il disegno di legge, approvato lo scorso ottobre alla Camera, è completamente fermo al Senato, in Commissione ambiente, sottraendo tempo prezioso al recupero dei rifiuti affondati, il 70% di quelli che finiscono in mare, con danni alla biodiversità e all’economia della pesca. Servono, insomma, passi avanti nella leadership normativa in contrasto al marine litter.