In Sardegna

"Il lavoro cresce in Sardegna, ecco i veri numeri dei contratti: l'Istat sbaglia"

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CAGLIARI. Più tredicimila lavoratori dipendenti, il tre per cento sopra lo stesso periodo dello scorso anno: il numero dei posti di lavoro è in crescita, in Sardegna, nel secondo trimestre del 2017. E non si tratta di proiezioni e statistiche. Sono numeri reali. Lo assicura l'Aspal  (Agenzia sarda per le Politiche Attive per il Lavoro), che chiarisce anche perché i dati sono concreti e anche che l'Istat sbaglia. «Siamo l'unica Agenzia regionale di politiche attive per il lavoro in Italia che rileva i dati aggiornati e corrispondenti agli effettivi contratti attivati e cessati a una determinata data», spiega il direttore generale Temussi, «siamo i primi ad aver avviato il sistema informativo del lavoro e adesso abbiamo un consolidamento dei dati che ci consente stime più precise e rispondenti alla reale situazione occupazionale sarda». Quindi, attraverso il Sil, si ha il numero reale di contratti attivati. Un po' di numeri: Nel secondo trimestre del 2017 il sistema della Regione stima 453mila occupati dipendenti contro i 440mila dello stesso periodo del 2016: 13mila in più, con una variazione percentuale di quasi il 3 per cento.

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Critiche anche per le cifre diramate dall'Istat. Dalle stime effettuate dall'Osservatorio del mercato del lavoro  nel primo trimestre 2017, per esempio, il dato diffuso dall'Istat (381mila occupati dipendenti, con un calo di 20mila unità sullo stesso periodo dell’anno precedente e con una differenza di ben 38mila unità sulla rilevazione del sistema regionale) non ha trovato alcun riscontro nei dati effettivi rilevati dal Sil Sardegna, che invece hanno registrato una riduzione decisamente più contenuta (-6mila occupati) rispetto a quella della fonte statistica nazionale.

"Attraverso la metodologia di analisi messa a punto dall’Osservatorio dell’Aspal", spiegano dall'agenzia,  "è possibile anche effettuare una previsione dei dati Istat in anticipo rispetto alla loro pubblicazione ufficiale, con un margine di errore molto basso. In particolare per il trimestre ora in esame (aprile-maggio-giugno 2017) il valore che l’Istat diffonderà nei prossimi giorni, potrebbe attestarsi intorno alle 441mila unità, con una differenza rispetto ai dati del Sil di circa il 2,6%.

«Utilizzando solo i dati Istat il rischio è di analizzare errori statistici e non i movimenti effettivi del mercato del lavoro in Sardegna», conclude il direttore generale Temussi.