CAGLIARI. "Non è normale che sia normale": è lo slogan lanciato su Facebook dall'associazione di studenti universitari Reset Unica. L'obiettivo è denunciare atti discriminatori da parte di docenti nei confronti di studenti, avvenuti nelle aule dell'Università di Cagliari. Sono decine gli studenti che hanno paura di esporsi, di segnalare, per paura di risvolti negativi sulla propria carriera universitaria. Fra questi, c'è la testimonianza di una ragazza dislessica, che non è più tornata a lezione dopo che il docente, pur sapendo del suo disturbo specifico nell'apprendimento, le ha chiesto di leggere un testo in inglese ad alta voce.
"Abbiamo ricevuto tante testimonianze", ha spiegato Francesco Piseddu, fondatore di Reset Unica, "parliamo di studenti che sono stati chiamati "immigrati" perché balbettavano durante l'esame, studenti con disturbi specifici dell'apprendimento che nonostante avessero notificato la loro condizione, sono stati costretti, durante la lezione, a leggere un testo in inglese, e anche testimonianze di studenti a cui è stato intimato di lasciare il proprio corso di laurea". "Non è normale che sia normale", aggiunge Piseddu, "perché è importante convincere gli studenti che non è vero che le cose devono andare per forza così".Le testimonianze degli studenti sono state raccolte negli ultimi mesi e riguardano tutte le Facoltà dell'Ateneo, dal polo umanistico a quello scientifico. "Abbiamo raccolto testimonianze dalla cerchia di colleghi e amici", ha spiegato Damiano Podda, membro Reset Unica, "e quindi il problema è trasversale, tanto dal polo umanistico quanto da quello scientifico". E la richiesta che gli studenti fanno è quella di una collaborazione con i coordinatori e l'inserimento di un questionario da compilare dopo l'esame per segnalare eventuali problemi. "All'università chiediamo la collaborazione per gestire i casi come questi", aggiunge Piseddu, "e soprattutto chiediamo un questionario di valutazione da compilare dopo l'esame per segnalare eventuali problemi".