In Sardegna

Il Pg di Cagliari: "La mediazione aiuta un sistema penale che funziona male"

 

Carlo-Pilia-Francesca-Nanni

CAGLIARI. “Una giustizia anaffettiva è dannosa per tutta la società”. Lo ha detto Francesca Nanni, Procuratore Generale della Corte d’Appello di Cagliari, intervenendo al convegno su “Autonomia e responsabilità nella gestione delle crisi: quali modelli nazionali, europei e internazionali?”, organizzato da Carlo Pilia, docente di Diritto privato al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari: domani alle 12 l’intervento del prof. Giuseppe Conte.

“Credo nella mediazione – ha dettagliato la Nanni – perché il sistema penale, così com’è strutturato, funziona male: la mediazione può essere una via per aiutare il sistema a funzionare meglio e a introdurre i principi della giustizia riparativa, deflazionando e rendendo più efficace il procedimento penale”. Il Procuratore ha quindi lanciato l’idea dell’autonomia temporale della mediazione rispetto alle normali agenzie, che devono comunque essere pronte a intervenire, ripetendo che l’innovazione della mediazione penale dovrebbe basarsi sulla volontà di vittima e autore del reato, volta alla diminuzione della recidiva. Ha quindi sottolineato come il mediatore debba essere professionale e avere una adeguata preparazione giuridica, senza essere avvocato o psicologo.

Il convegno è stato aperto dall’intervento del Rettore Maria Del Zompo: “L’iniziativa del professor Pilia tocca temi importanti come pace, interazione, conoscenza reciproca, e lancia un importante messaggio contro l’odio, che nasce dalla mancanza di conoscenza e di cultura – ha detto - Senza ricerca non c’è sviluppo. Questo incontro è fondamentale e molto denso: ricordatevi che il metodo scientifico consente di fare scoperte che non sono punti di arrivo, ma di partenza”.

“Abbiamo bisogno di entrare in relazione diretta con l’Università – ha detto Giorgio Latti, magistrato intervenuto ai lavori in rappresentanza della Scuola superiore della Magistratura – L’ateneo cagliaritano sta facendo un importante lavoro di rete. La gestione delle crisi a tutti i livelli comporta un mutamento culturale fatto di abilità e valori comportamentali che guardino all’aspetto umano delle relazioni anche nello studio del diritto: un mutamento che solo l’università può guidare con autorevolezza”.

Aldo Luchi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Cagliari, si è detto d’accordo con il Rettore: “È decisiva la contaminazione, tra i concetti che stanno alla base della mediazione richiamati dalla Del Zompo. Non vuol dire mischiare la cultura, ma arricchirla: questo permette il mutamento culturale che riguarda anche l’avvocatura che deve guardare alla sua terza missione, cioè alla sua funzione sociale”.

L’attenzione verso uno sviluppo intelligente è stata richiamata anche da Antonietta Bussi, procuratore regionale della Corte dei Conti della Sardegna: “Conoscenza e innovazione sono elementi fondamentali per una coesione che non sia solo dei territori, ma soprattutto delle idee”. Grande volontà di collaborazione è stata manifestata anche dai rappresentanti delle professioni e delle altre istituzioni presenti.

Domani alle 12, a Palazzo Viceregio, ai lavori interviene Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei Ministri, nella sua veste di docente di diritto privato all’Università di Firenze