In Sardegna

Puddu in Tv per il M5S, la rabbia degli attivisti: "Perché parla un condannato?"

CAGLIARI. Si fa sempre più forte il sentimento di malcontento all'interno del Movimento 5 Stelle in Sardegna, mentre si attende di conoscere chi sarà il candidato alla presidenza della Regione. L'Ultimo motivo di scontro interno fra i grillini sardi è stato la presenza di Mario Puddu in televisione durante l'ultima puntata di Regionerò, la trasmissione di Sardegna Uno condotta da Mario Tasca.

Puddu era seduto tra gli altri esponenti politici in qualità di rappresentante del Movimento. "Forse sto vedendo male": a dare fuoco alle polveri è Luca Piras, il docente universitario cagliaritano grande escluso, tra le polemiche (la notizia qui)  delle Regionarie bis. Il motivo? Emerge dalla lettura dei commenti nei vari gruppi di attivisti, più o meno ortodossi: Puddu ha dovuto rinunciare alla candidatura a causa della condanna per abuso d'ufficio legata alla sua attività di sindaco di Assemini, arrivata il 18 ottobre. Proprio per questo gli iscritti alla piattaforma Rousseau sono stati chiamati di nuovo al voto. "Perché un condannato parla a nome del Movimento?", si chiedono in tanti. Continui i richiami al celebre motto pentastellato "Noi i condannati li cacciamo, altrove fanno carriera", per stigmatizzare la sua presenza in trasmissione. 

Tra i pentastellati non esiste la figura del coordinatore, ma Mario Puddu aveva ricevuto un'investitura simile in occasione della campagna elettorale vincente per le Politiche. Poi il voto sulla piattaforma online che aveva consacrato la sua candidatura, la condanna. Le nuove regionarie. E le polemiche, che non si placano. Anzi.