CAGLIARI. Parlano i numeri: in tre anni il traffico nel porto canale di Cagliari si è ridotto del 72 per cento. Nel 2015 lo scalo ha movimentato 686mila teu (container), nel 2017 si è registrata una flessione a 420mila e le previsioni per l’anno in corso si attestano a soli 190mila: -55% in un anno. "È arrivato il momento di sbloccare una situazione che sta degenerando da tempo e di dare prospettive concrete alle imprese e ai lavoratori del porto canale di Cagliari": così il presidente di Confapi Sardegna, Mirko Murgia alla vigilia dell’incontro chiesto dall’associazione di categoria alla Regione per capire quale sia il futuro "di un’infrastruttura fondamentale e strategica per lo sviluppo del territorio, sinergico con i Comuni della Città metropolitana, e dell’intera regione". Domani mattina la delegazione di Confapi Sardegna, con le sue imprese associate che lavorano all’interno dello scalo cagliaritano, incontrerà l’assessore regionale dei Trasporti Carlo Careddu, per capire quali azioni la Regione intende mettere in campo per superare una situazione definita drammatica.
"Parleremo con l’assessore Careddu per capire quale futuro ci sarà non solo per i lavoratori e per le 25 imprese sarde che operano all’interno dello scalo, non si può lasciar colare a picco un’infrastruttura così importante per i traffici merci del Mediterraneo e delle autostrade del mare che collegano l’Oriente, siamo strategici - anche più di Gioia Tauro - e dobbiamo saperne approfittare, servono investimenti e tecnologie che ci mettano al passo con i tempi", sottolinea Murgia.
Il porto canale di Cagliari affonda, traffico crollato del 70 per cento in 3 anni
- Redazione