Culture

Fuorimargine, il festival al via sabato a Cagliari con artisti internazionali ed emergenti (Video)

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CAGLIARI. Inizia il 27 settembre Fuorimargine festival, il progetto del Centro di Produzione di danza e arti performative della Sardegna che in questa 31ma edizione sceglie di riappropriarsi di un tempo e di uno spazio fertile e apre le porte al suo pubblico offrendo una finestra sul panorama contemporaneo, portando a Cagliari artist3 emergenti e affermat3, italian3 e internazionali. 

Continua il lavoro delle direttrici artistiche Momi Falchi Giulia Muroni che disegnano un programma che riflette sulle fragilità, le marginalità e le relazioni, per dare linfa, sostrato culturale e slanci immaginativi a quella parte di pubblico che si nutre della contemporaneità e non si accontenta più soltanto della danza nelle sue rifrazioni più decorative, ma è capace di leggere il contemporaneo e lo ricerca.

In questa edizione Fuorimargine propone opere che sono nate e si sono sviluppate negli anni precedenti, attraverso il lavoro svolto come Centro di Produzione, che ha offerto ospitalità e cura a compagnie e artiste nello sviluppo delle loro ricerche. Questo contesto ha reso possibile la nascita dei lavori più recenti di Daniele Albanese, Diana Anselmo, Cristina Kristal Rizzo, e il supporto al lavoro di artiste emergenti come Kelly Ardens, Roberta Racis, Fabritia D’Intino & Agnese Banti, artiste che saranno presenti nella programmazione di Fuorimargine festival.

Fuorimargine non perde di vista gli obiettivi principali del progetto, come dichiarano le direttrici Momi Falchi Giulia Muroni: “L’attuale tempo di sopraffazione e deprivazione, manovre torbide e ressentiment psicologico, rancori politici e iniquità sociali, non sembra indicare via di scampo. Tuttavia la capacità creativa di tratteggiare e ridisegnare i confini dei mondi dichiara la vivace – e nondimeno gioiosa - volontà di costruzione che Fuorimargine continua a mettere in campo. Più idee che risorse, maggiore investimento nelle alleanze di senso, reti fertili di collaborazione, danno forma e specificità a un progetto che assume tinte ancora più vivide, verso una proposta sperimentale nelle arti performative, capace di intercettare i turbamenti del presente, restituendo scenari ibridati, soggettività perturbate, paesaggi non conformi, identità di genere che fanno esplodere il tetto degli stereotipi. 

Ad aprire il festival il 27 settembre è Moritz Ostruschnjak, tra i coreografi emergenti più acclamati della scena europea, che arriva a Cagliari per la prima volta con Cry Why, un duetto per due danzatori, due pianoforti, due pattini inline e un pianista (Reinier van Houdt). In scena, i danzatori Miyuki Shimitsu e Guido Badalamenti si sfiorano a malapena e si muovono tra dualismi, corpi ibridi, innesti coreografici e suggestioni sonore. Il gioco magnetico che si instaura tra corpi e oggetti dà vita a creature impossibili, mondi effimeri, storie in continua mutazione.