QUARTU. Sabato 1° marzo, nello spazio espositivo della Social Gallery di Quartu Sant’Elena, è stata inaugurala la mostra dei dipinti di Angelo Liberati curata dalla critica ed esperta d’arte Mariolina Cosseddu.
Un folto pubblico ha riempito i locali della galleria d’arte diretta da Giovanni Coda che è divenuta ormai un punto di riferimento imprescindibile per molte iniziative culturali a Quartu Sant’Elena, riguardanti in particolare l’arte visiva contemporanea, il cinema, la pittura e la fotografia. L’artista e la curatrice della mostra erano entrambi presenti al vernissage e hanno brevemente illustrato le opere esposte, precisando trattarsi di un semplice percorso a carattere cronologico, che rappresenta anche un omaggio alla lunghissima carriera di Liberati, attivo da oltre 60 anni.
Mariolina Cosseddu ha spiegato che privilegiare poche opere in grado di rappresentare ognuna un decennio nella vasta produzione artistica di Angelo Liberati, non è stata affatto una cosa semplice. E che, per questo motivo, ha optato per un percorso puramente cronologico. Ma, ha aggiunto, molti e diversi avrebbero potuto essere i percorsi tematici che sono altrettanto importanti e rappresentativi dell’agire concettuale, culturale pittorico e visivo di un artista di tal calibro nell’arco della sua lunga carriera. Angelo Liberati è infatti considerato uno dei maestri dell’arte visiva e della pittura contemporanea in Sardegna e in Italia. Nato nel 1946 a Roma, trasferitosi a Cagliari nel 1970 e divenuto sardo d’adozione, Liberati rappresenta un'importante voce dello scenario artistico e visivo della nostra isola. Le ultime cinque pagine del catalogo della mostra sono dedicate agli approfondimenti e ai riferimenti. Si tratta di una impressionante sequenza di esibizioni e mostre d’arte, personali e collettive, libri e video che gli sono stati dedicati, dal 1968 ad oggi, in grado di dare un’idea di quale sia la sua importanza.
Ma Liberati, dall’alto dei suoi quasi ottanta anni, è un artista assolutamente giovane, moderno e contemporaneo. Perché egli è un moderno artifex in grado non soltanto di plasmare il colore sulla tela ma di evocare un intero immaginario culturale, individuale e collettivo, fatto di riferimenti stratificati al mondo contemporaneo che ci coinvolge tutti. L’arte visiva di Angelo Liberati è assolutamente rivoluzionaria. Arte moderna, visionaria, contemporanea e pop, quindi “popular” nel senso migliore del termine, ma anche con profondi e sapienti riferimenti ai grandi della pittura che lo hanno preceduto e ispirato.
Nel sito www.angeloliberati.it il critico d’arte Paolo Merci, in un suo intervento del 1978 dedicato all'artista Liberati, definiva la sua opera come “un intreccio di osservazioni essenzialmente metalinguistiche, un mondo di segni e immagini carichi di precisi valori semantici: dalla storia dell'arte (van Eyck, De Chirico, Rembrandt, Ingres, Vespignani, solo per citarne alcuni), fino ai media contemporanei: cinema, pop music, letteratura.”
E oggi, parafrasando le parole riportate nel catalogo della Social Gallery, con cui Mariolina Cosseddu, la curatrice, descrive la mostra possiamo dire che le opere di Angelo Liberati sono un intrigante “gioco inesauribile di rimandi ed evocazioni vertiginose, di immagini sempre in movimento, con infiniti e stratificati riferimenti al cinema, alla musica, dalla poesia alla letteratura e alla narrazione giornalistica”
Del resto basta volgere lo sguardo alle pareti della mostra dove sono appesi una ventina di quadri, alcuni di grandi dimensioni, perché ci appaia subito chiaro quanto le opere di Liberati siano esattamente questo: sono dei “meta-quadri”. Veri e propri specchi delle meraviglie, rifrangenti d’immaginario. Capolavori dallo stile unico, originale, concettuale e materico al tempo stesso, che li rende altamente riconoscibili. "Un quadro di Angelo Liberati lo riconosci subito tra altri cento", viene da pensare osservandoli. Come riconosceresti al volo un’opera di Duchamp, di Basquiat o di Rauschenberg.
Grazie all’uso di tempere, schizzi a carboncino, colori esplosi, dinamismo delle forme, ogni quadro di Liberati è opera unica, originale, viva e in mutazione. Lui crea i suoi meta-quadri pittorici con innesti di materiali che penseresti destinati sempre ad un altrove rispetto la tela. Stralci di quotidiani, riviste, locandine cinematografiche o di concerti musicali, un collage di brandelli di pagine e fogli strappati, alcune volte riprodotti o anche trasferiti con solventi. Trovi spesso anche testi calligrafici tratti da libri, frasi e scritti di letteratura, poesie, oppure lettering semplici ed essenziali con caratteri tipografici.
Una forma che è concettuale, frutto dell’uso della scrittura, della parola e della lingua che sono onnipresenti nella pittura di Liberati e che, una volta trasferite sulla tela, diventano sostanza artistica pari alla pittura. Operazione visiva altamente evocativa. Angelo Liberati realizza con la sua operazione artistica questo miglior connubio tra forma e sostanza. Elemento vitale e necessario che permette di comprendere meglio il mondo che ci circonda. Prova ne sia che qualsiasi oggetto cartaceo applicato sulla tela diventa parte dell’opera e gesto artistico in se. Sopra, intorno, ma anche dentro, queste sue tele si generano infiniti riferimenti agli infiniti media che ci circondano nella contemporaneità. Ogni meta-quadro di Angelo Liberati è specchio visivo della propria epoca ed è in grado di generare nuovi stimoli informativi o sollecitare la nostra memoria e il nostro immaginario.
Immagino che questo sia lo scopo dell’artista e della migliore arte moderna. Riflettere il mondo per riflettere sul mondo. Pittura classica e delle avanguardie, cultura contemporanea underground e di massa, arte visiva, fotografia cinema, musica e ricerca anche letteraria e poetica, fuse in un’opera unica sono al tempo stesso un potente filtro d'autore e una testimonianza artistica in grado di rappresentare nel modo migliore il proprio tempo.
Per concludere, con le poche parole che lo stesso Angelo Liberati ha usato presentando brevemente le sue opere: “credo che un artista debba conoscere il passato e i suoi maestri ma debba avere sempre lo sguardo rivolto alla propria epoca, per raccontare ciò che è destinato a scomparire”
NOTA: L’esposizione proseguirà fino al 22 marzo 2025, nei locali della Social Gallery in Via Eligio Porcu, 43 a Quartu Sant’Elena.
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