Culture

Cagliari, inaugura la nuova installazione fotografica di Giovanni Coda “NostraSanctissima”

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CAGLIARI. “Chiusi in casa con l'unico sfogo diviso tra cibo e social media era necessario reinventare un set dove poter affrontare e possibilmente dissipare l'angoscia che la rapidità con cui si sono palesate le restrizioni stava facendo salire in tutti noi. Gli oggetti che compongono la casa diventano soggetti utili per definire quei giorni.”, racconta Giovanni Coda. Sono i giorni del primo lockdown di due anni fa esteso a tutta l’Italia in cui l’obbligo di restare a casa a causa del dilagare della pandemia di Covid-19 avrebbe segnato la storia della nostra esistenza. Ma gli artisti hanno la capacità di trascendere la sofferenza, esorcizzare e trasformare il malessere causato dall’isolamento in un nuovo strumento di comunicazione. Così ha fatto Coda, artista di grande sensibilità, regista pluripremiato nel mondo e fotografo. In quei giorni di quarantena forzata ha dato vita, insieme a Carla Pisu, al Collettivo NostraSanctissima, incrementando notevolmente la sua produzione fotografica, che affianca a quella cinematografica, attraverso potenti immagini che virano verso atmosfere surreali dal forte potere evocativo, oggi visitabili grazie alla nuova installazione fotografica dal titolo “NostraSanctissima - Giovanni Coda Exposition”, composta da circa trenta opere realizzate durante il periodo di isolamento nel mese di marzo 2020. La mostra, a cura di Roberta Vanali, critica e curatrice d’arte contemporanea, sarà inaugurata a Cagliari giovedì 3 febbraio alle 18.30 al Temporary Storing della Fondazione per l’Arte Bartoli Felter, in via 29 Novembre 1847 n. 3, e l’11 marzo a Nuoro nella Galleria d’arte Mancaspazio. Ingresso libero con super green pass.

“Nature morte, scaturite dal fluire di un tempo lento e silenzioso quanto sospeso, realizzate con oggetti trovati per casa, acquisiscono un'aura di sacralità. Elaborate con colori sferzanti dai toni accesi, al limite della fluorescenza più stridente, cipolle, banane, limoni e gerbere si moltiplicano, talvolta si sovrappongono, altre si susseguono come in un corteo trionfale, annullando i confini spazio-temporali per duplicarsi all'infinito, memori dell'effetto pop che ha reso celebre Andy Warhol”, commenta Vanali. “NostraSanctissima” è il titolo del progetto di cui fa parte anche una serie di vedute riprese dalla finestra, prevalentemente al tramonto, che immortalano sagome di uccelli che col loro volo spezzano l'infinito, modificate digitalmente per individuarne la traiettoria. Mentre sinuose calle, colte in terrazza, si concedono allo sguardo del Collettivo che le monitora vigorose e austere in tutto il ciclo della loro effimera vita. Fino ad avvizzire pian piano e lentamente morire. “NostraSanctissima compie una magia alchemica davanti ai nostri occhi. Trasforma la materia laddove incontra il colore, la trasfigura fino a tradurla in potente icona. Così come avviene al di là del mare cristallino, in quel paradiso naturale che è il Parco di Molentargius, raggiunto alla prima concessione di una boccata d'aria, abitato da fenicotteri che s'impongono allo sguardo, come presenze immobili consapevoli del loro fascino” – aggiunge Vanali. Un’operazione artistica che nasce dall’impulso di documentare lo stato di sospensione forzata, vissuto in quest'epoca straziante, e sondare l'organizzazione di nuovi modi di vivere la quotidianità. “Con immagini dal forte impatto visivo ed emozionale e quel senso di attesa e dilatazione infinita che evidenzia un'epoca che passerà drammaticamente alla storia come una delle più devastanti per l'intera umanità”, conclude la curatrice della mostra.

Fotografo, scrittore, videoartista e regista, Giovanni Coda, classe 1964, ha all’attivo oltre 50 opere video, numerose serie fotografiche e progetti installativi esposti in Italia e all’estero. Vanta collaborazioni con artisti, musicisti e scrittori. Lo scorso anno (2021) in occasione del trentennale della sua carriera artistica ha presentato al pubblico la mostra antologica “Giovanni Coda - 30 Exposition”, un viaggio nell’anima lungo trenta decadi tra i suoi scatti fotografici, opere di video-arte e film, e la sua nuova opera cinematografica “Storia di una lacrima”, già pluripremiata nei festival più prestigiosi internazionali.

Il suo percorso artistico dalla forte connotazione sociale si sofferma sin dagli esordi sulle discriminazioni e sulle diversità, puntando l’obiettivo con la militanza di genere su temi e storie spesso difficili, lontane dai canoni comuni, che invitano il pubblico a riflettere tra pura poesia e coerenza senza filtri con la realtà. Dal 2020 Giovanni Coda ricopre il ruolo di Advisor nell’Advisory Council del Social Justice Film Festival & Institute di Seattle, negli USA. La mostra “30 Exposition”, ricca e varia, è stata curata da Roberta Vanali e ha messo a fuoco soprattutto quella parte di lavoro fotografico di Coda dedicato ai backstage della sua filmografia, tra i quali i pluripremiati “Il Rosa Nudo”, Bulllied to death”, “Xavier”, “Mark’s Diary” e il più recente “Histoire d’Une Larme”.