ORTACESUS. Si terrà domani a Ortacesus, dalle 19.00 presso la suggestiva cornice del nuraghe s'omu 'e s'orcu, il secondo spettacolo della rassegna NURARCHEO, “Il testamento dell’Ortolano”.
Il Territorio del GAL SGT - Gruppo di azione locale Sole Grano Terra, ospiterà altri 4 eventi della tredicesima edizione del “NurArcheoFestival, Intrecci nei Teatri di Pietra”, la rassegna firmata dal Crogiuolo, con la direzione artistica di Iaia Forte e Rita Atzeri, realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna Assessorato alla Cultura e Spettacolo e Assessorato al Turismo, che due anni fa ha anche ottenuto il patrocinio del MIBACT per gli eventi dell'anno culturale 2018.
Gli spettacoli si svolgeranno al calar del sole e saranno rispettate le disposizioni di prevenzione contro la trasmissione del Covid19.
“Il testamento dell’Ortolano”
Da un racconto di Antonio Catalano rielaborazione testo di Antonio Catalano e Patrizia Camatel con Massimo Barbero regia di Patrizia Camatel
Monologo teatrale tratto da un racconto di Antonio Catalano, eclettico artista, il poeta della meraviglia, il cantore delle piccole cose. Il sapore è quello di una fiaba antica, ma i contenuti sono modernissimi, poiché si parla del legame di amore e cura per il Pianeta Terra, tema di grande attualità e importanza primaria. Protagonista della storia è l’ortolano Adelmo, vissuto in quel passato prossimo in cui l’orto era fonte primaria di sostentamento famigliare. Egli ha ricevuto la terra dai suoi antenati, l’ha coltivata per tutta la vita; ha imparato dal padre, ma si è anche inventato il mestiere sperimentando ad ogni stagione, con buona pace di tradizioni e proverbi; ha guardato alle fasi lunari un po’ sì e un po’ no, perché la luna sta lassù e che ne sa lei dei fagiolini; ha maledetto la tempesta e la siccità; ha messo su famiglia e l’ha nutrita coi frutti della sua fatica. Il giorno in cui, infine, si sente vicino alla morte, si chiede che destino avrà il suo orto, nelle mani del figlio Michele. Ricevere in eredità un pezzo di terra e attrezzi agricoli può essere gravoso. Ma se si entra per quel cancelletto sgangherato anche solo per fare pulizia, per il decoro del vicinato, si rischia di subire il fascino di quella variegata comunità di esseri viventi, che va avanti strenuamente anche nel disinteresse del novello proprietario. L’orto può diventare così un luogo in cui specchiarsi, in cui ritrovare le vicende famigliari, in cui scoprire il legame plurimillenario tra l’umanità e la Terra, che dobbiamo tutelare come eredità comune e ancor più come fonte di vita. Insomma, l’orto è il luogo della Cura: là dove ci si prende cura della terra, e dove la terra cura il corpo e l’anima. Questo è il messaggio lanciato dall’ortolano, laborioso e bonario, filosofo e poeta a sua insaputa.
L’intimità della narrazione si adatta a un piccolo gruppo di ascoltatori, grandi e piccini, per rimanere ancora più fedeli alle atmosfere dei racconti domestici, o di un antico “cunto” in cui però si narrano le gesta non di prodi cavalieri, ma di contadini in sella alla Lambretta, di peperoni magici esplosi in cielo come fuochi d’artificio, di balli a palchetto e lune di polenta…
PROGRAMMAZIONE NEL TERRITORIO DEL GAL SGT
ESCALAPLANO, 11 agosto 2021, ore 22.00, CHIESA CAMPESTRE DI SAN GIOVANNI in località Fossada, “Su connottu”
SAN NICOLÒ GERREI, ore 19.00, FONTE SACRA SU MUSULESU, 12 agosto 2021, “Su connottu”
ARMUNGIA, 14 agosto 2021, ore 19.00, NURAGHE ARMUNGIA, “Su connottu”