MADRID. Il ritorno al cinema è un momento attesissimo anche in Spagna che, per attutire il colpo, come in Italia e in altre parti del mondo ha scelto di proporre dei titoli già sul grande schermo nel periodo pre-Covid. Per 150 sale della Penisola Iberica si è deciso invece di proiettare "Nuovo Cinema Paradiso" di Giuseppe Tornatore, uscito nel 1988. Quale modo migliore allora per celebrare il ritorno al fascino del grande schermo se non con un classico italiano, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes nel 1989 e l’Oscar per il miglior film straniero nel 1990. Un capolavoro, che celebra l'atto d'amore e indimenticabile per la settima arte.
Con la colonna sonora di Ennio Morricone, "Nuovo Cinema Paradiso" resta uno dei titoli italiani più amati all'estero, un cult ricco di scene memorabili tra cui spicca il bellissimo finale che rende omaggio a un secolo di storia del cinema: la scena dei baci tagliati, indimenticabile per chi l'ha vista. La trama è in gran parte autobiografica: racconta di Totò (interpretato da Salvatore Cascio, Marco Leonardi e Jacques Perrin nelle diverse fasi della sua vita) che in un piccolo paesino siciliano scopre l'amore per il cinema grazie all'amicizia con il proiezionista Alfredo, impersonato da Philippe Noiret.
La lavorazione del film fu molto complicata, al punto da sembrare un progetto destinato al fallimento. Il lungometraggio quando uscì nelle sale italiane non venne capito e fu soggetto a modifiche e tagli suggeriti da parte dei distributori. Fino al desiderato successo, con la famosa "statuetta" che arrivò nel 1990: "Io fui in giro per un anno", ha raccontato Tornatore, "per promuovere il film, a partire da Cannes dove il film fu proiettato l'ultimo giorno e io ero pronto all'ennesima batosta e mi ero persino fatto il biglietto d'aereo per tornare da Nizza all'ora di pranzo subito dopo la proiezione per la stampa. Mi intrufolai nella proiezione per la stampa alla Sala Grande e fui sollevato dalla prima risata, persino un accenno di applauso. Cristaldi lo chiamavano tabellina perché calcolava tutto e calcolò 21 minuti di applausi alla proiezione ufficiale la sera".