SELARGIUS. Ultima replica per "Cagliari 1943: La guerra dentro casa", lo spettacolo prodotto da Cada Die Teatro e diretto dall'attore e regista Pierpaolo Piludu, andato in scena questa mattina per gli studenti delle scuole medie al Teatro Si ‘e Boi di Selargius. "Non ci avrei mai scommesso", commenta Piludu, "quindici anni fa quando abbiamo iniziato questa ricerca con l'università per mettere insieme i ricordi di chi nel 1943 ha visto la città sbriciolarsi sotto le bombe. Abbiamo raccolto quasi 140 testimonianze di questi bambini che ci raccontano di cosa succede quando la guerra irrompe nella città. E parallelamente abbiamo pensato di fare uno spettacolo teatrale. Ci siamo riusciti, e ogni anno questo è diventato un appuntamento della memoria per Cagliari".
La piece teatrale ormai da quindici anni ripercorre quei momenti tragici in cui Cagliari ha subito il primo pesante attacco aereo da parte delle forze angloamericane: la fame, il sangue, la polvere e il silenzio angoscioso dopo il frastuono delle bombe, ma anche la scuola sotto il regime, tutto visto dagli occhi degli allora bambini, oggi interpretati dal cast di venti attori, gli “over” della Scuola di Arti Sceniche della storica compagnia cagliaritana. "C'è addirittura una ottantasettenne, Paola Ferro, testimone dei bombardamenti. Questi attori che riescono a riempire il teatro ogni volta, vanno in scena facendo la parte degli scolaretti, e paradossalmente ci si diverte a vedere questi più che settantenni che corrono, si fanno gli scherzi e la maestra non riesce a tenerli a freno. Ma soprattutto non riescono a studiare bene a memoria le frasi del Duce".
Un omaggio al capoluogo sardo, ma che per la prima volta in quindici anni non può essere fatto nel luogo dovuto: "Questo è l'unico elemento che ci rattrista. Siamo grati all'amministrazione comunale di Selargius che ci ha accolto, ma è un dispiacere grande che per la prima volta uno spettacolo che racconta la nostra città non può andare in scena nel teatro La Vetreria perché da giugno è chiuso per importanti lavori che però non abbiamo neanche idea di quando inizieranno e questo per noi e per tutte le persone che ci seguono è una cosa molto triste, perché quando viene chiuso anche il più piccolo magazzino, ma in particolare un teatro funzionante, per la comunità è una perdita non solo culturale ma anche economica".