Culture

La protesta dei musicisti dell'Operà di Lione sulle note del "Va' Pensiero"

 
LIONE. Pubblichiamo un bel documento video, diffuso in questi giorni sul web dai lavoratori dell'Operà di Lione, per documentare la singolare forma di protesta che li coinvolge. Nella nota che ne accompagna la diffusione viene spiegato che questo video sarà diffuso al pubblico nel mese di febbraio in apertura delle rappresentazioni della Tosca. Il coro e l'orchestra intoneranno  il «Va' pensiero » degli schiavi del Nabucco sotto la direzione del Maestro Daniele Rustioni. Il testo del video (tradotto per noi dall'artista sarda Chiara Mulas che vive da tempo a Tolosa e si schiera con i manifestanti), recita:
 
Prima di scoprire Tosca, qualche minuto... 
Una parte dei salariati e salariate dell'Opera di Lione desiderano far passare un messaggio.
 
Il nostro sistema delle pensioni, basato sulla solidarietà, è attaccato e minacciato.
Il regime obbligatorio sanitario creato nel dopo guerra, assicura ancora oggi il nostro benessere.
Avere la certezza di una pensione degna, curarsi dignitosamente.
I servizi pubblici sono fondamentali, come la cultura.
Tagli del bilancio, pensioni incerte...
Un altro avvenire è possibile, più giusto, più umano, più artistico.
Nel 1936, le nostre prime due settimane di congedo pagato della storia,
sono state ottenute grazie agli scioperi delle precedenti generazioni.
Oggi, 57 giorni di sciopero. Milioni di persone manifestano nelle strade.
La maggioranza dei nostri concittadini chiede il ritiro della riforma.
Stiamo vivendo un momento storico.
Grazie di cuore a coloro che lottano per noi e per le generazioni future.
Operà di Rouen, Corpo di ballo di Lorraine, Insegnanti,
Avvocati, I lavoratori dell'Aeronautica, il personale ospedaliero
Il Teatro du Soleil di Parigi, i Ferrovieri, Gli addetti alla manutenzione delle fognature,
 
L'Orchestra e il coro di Radio France per la ripresa dello sciopero.
Pompieri e i lavoratori dell'Operà di Parigi verseranno il loro compenso di serata nelle "casse di solidarietà".
L'Operà di Lione, dice no ad una pensione «ART DISCOUNT»
 
Questo gesto di protesta dei lavoratori e degli artisti  si aggiunge alla grande mobilitazione che coinvolge migliaia di lavoratori francesi.
E' una protesta che nasce spontanea ma viene poi fatta propria e guidata dai sindacati che in Francia hanno raccolto il testimone del movimento dei "gilet gialli".  Questo sciopero "duro" che coinvolge molti settori lavorativi continua da oltre 40 giorni in modo imponente e determinato. Non vi è stata finora nessuna interruzione e i tanti lavoratori  mobilitati in modo permanente, nonostante gli inevitabili disagi e anche il reticente silenzio da parte di diversi organi di stampa e mass-media, hanno la maggioranza dell'opinione pubblica dalla propria parte. Secondo diversi sondaggi indipendenti il sostegno della popolazione nei confronti degli scioperanti si mantiene molto alto e supera il 70%. 
 
L'astensione francese ha toccato veri e propri record da "Guinnes dei Primati": ad esempio lo sciopero dei lavoratori della SCNF , risulta essere  il più lungo degli ultimi 30 anni nel comparto ferrovie. Una mobilitazione di massa in grado di battere tutti gli scioperi precedenti, sia quello durato oltre 28 giorni tra il 1986 e 1987,  che quello del 1995, di 23 giorni contro la riforma della previdenza sociale annunciata dall’allora primo ministro Alain Juppé.
 
Ma tutte le categorie di lavoratori si sentono  minacciate da questa riforma voluta dal governo Macron che, da molte parti, viene definita "scellerata". Perché non si tratta solo di riduzioni di tutele del wellfare che colpirebbero alcuni dipendenti pubblici, che vengono sbrigativamente definiti "privilegiati"  dagli estimatori della linea politica presidenziale.  In realtà quelli che subiranno i contraccolpi maggiori dall'assenza progressiva di tutele saranno i lavoratori al servizio delle imprese private. In una Francia dove, al pari molti altri paesi occidentali,  il divario tra ricchi e poveri si allarga sempre di più saranno molte le categorie di lavoratori ad esser travolte da riforme come queste che vengono definite "al servizio di un turbo-capitalismo d'assalto".  A partire dai più giovani, le donne e  i precari che sono quelli sempre soggetti alle minori tutele.  Da questo punto di vista, la riforma delle pensioni voluta da Macron sembra ispirarsi sempre più alla crescente sottrazione di tutele che, secondo i molti che la contestano, anche la Riforma Fornero, ha reso possibile ormai in Italia. 
 
Per le migliaia di lavoratori in sciopero attivo, ai quali viene detratto dallo stipendio ogni singolo giorno di assenza, sono anche state create delle casse di solidarietà e sostegno, nate per offrire una sorta di soccorso paritetico, dal basso, tra lavoratori.  Una solidarietà che ricorda la nascita delle Società operaie di mutuo soccorso (SOMS) sorte in Italia intorno alla seconda metà del 19° secolo.