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CAGLIARI. Centotredici. È il numero di morti in incidenti stradali in un solo anno in Sardegna. Le vittime sono spesso giovani, tra i 15 e i 29 anni, e tra le strade con il maggior numero di croci ci sono la statale 125 e la 131. I dati, relativi al 2024, sono riportati oggi in un report dell’Istat, in cui si certifica un aumento del 4,1% sia degli incidenti che dei feriti, nonostante il numero di vittime sia rimasto pressoché invariato rispetto all’anno precedente. Vittime che però sono aumentate significativamente invece rispetto al 2019 con un pesante +59,2%. Nello stesso periodo anche l’indice di mortalità è aumentato nell’Isola, passando da 2 a 3,2 decessi ogni 100 incidenti. Il 2019 è stato preso come riferimento perché, dice l’Istat, “nel 2024 si è consolidato definitivamente il ritorno a una mobilità su livelli analoghi a quelli pre-pandemia, con un aumento degli spostamenti per motivi di lavoro, studio e turismo”.
Nel 2024 infatti in Sardegna si sono verificati 3.583 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 113 persone (nel 2023 erano state 110) e il ferimento di altre 4.908. Rispetto al 2023 aumentano in modo significativo, più di quanto si registri a livello nazionale, il numero degli incidenti (+5,7%) e quello dei feriti (+6,3%).
Nel 2024 l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) morti in incidente stradale è aumentata, attestandosi, comunque, su un valore inferiore alla media Italia (45,1% contro 45,5%). Nel periodo 2019-2024 l’incidenza dei pedoni deceduti è aumentata nella regione, passando dal 14,1% al 15%; in Italia, invece, si registra un decremento, con valori in calo dal 16,8% al 15,5%
Nel report viene ricordato come gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedano il “dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di benchmark (fissato al 2019) e il monitoraggio di specifici indicatori di prestazione (Key Performance Indicators), che ogni Paese, Italia inclusa, deve fornire alla Commissione Europea”. La Dichiarazione di Stoccolma del febbraio 2020 auspica una vision “zero vittime” per il 2050.
L’Istat cita poi i “costi sociali” dell’incidentalità stradale con lesioni alle persone, che ammonterebbe a poco più di 18 miliardi di euro (309 euro pro capite), pari a quasi l’1% del PIL nazionale3 . In Sardegna questo costo è di oltre 471 milioni di euro (300 euro pro capite) ed incide per il 2,6% sul totale nazionale. E poi c’è il “rischio di incidente stradale”: in Sardegna, tra il 2023 e il 2024, l’indice di lesività (il numero di feriti ogni 100 incidenti) aumenta lievemente da 136,2 a 137, e rimangono costanti sia l’indice di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti, moltiplicato per 100) pari a 2,3, sia l’indice di mortalità pari a 3,2 decessi ogni 100 incidenti.
A proposito di strade, la statale 125 con 9 morti (5 nel 2023) e l’indice di mortalità pari a 10,1 (7,3 nel 2023), registra il più elevato numero di decessi. Segue la SS131 con 7 morti (5 nel 2023) e indice di mortalità pari a 3,3.
Grave la situazione delle statali 126 e 130 con 5 decessi (rispettivamente 3 e 2 nel 2023) e della provinciale 69 Nuoro con 4 morti (in un solo incidente). I comuni di Cagliari e Sassari registrano il maggior numero di morti, rispettivamente 10 e 7, valori che rimangono costanti nel 2023 e nel 2024. A Olbia i decessi aumentano da 4 nel 2023 a 6 nel 2024 mentre a Carbonia si registra, nello stesso periodo, una diminuzione da 9 a 4.
Nel 2024 il maggior numero di incidenti (2.134, il 59,6% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 33 morti (il 29,2% del totale) e 2.695 feriti (54,9%). Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano sia in ambito urbano (9%) sia sulle strade extraurbane (1%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (5,5 decessi ogni 100 incidenti) mentre sulle strade urbane l’indice di mortalità è pari a 1,5 decessi ogni 100 incidenti.
Tra i mesi e le ore più a rischio ci sono quelli che vanno da maggio a settembre, in coincidenza con il periodo di maggiore mobilità per vacanze (sono il 48,8% di quelli avvenuti durante l’anno). I mesi più critici per numero di incidenti sono stati luglio, agosto e giugno con, rispettivamente, l’11,5%, il 10,2% e il 9,3% del totale. Luglio, marzo e giugno sono inoltre i mesi più critici per numero di vittime: il 37,2% dei decessi totali è avvenuto in questi tre mesi.









