CAGLIARI. Il nuovo report dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega fotografa una situazione ancora critica. La Sardegna, per ora, resta al centro della classifica, in zona gialla.
Da gennaio a ottobre 2025 si contano in Italia 896 vittime, sei in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Un dato che il presidente Mauro Rossato commenta così: “I numeri e le incidenze delle morti sul lavoro anche questo mese ci ricordano che la sicurezza sul lavoro è ancora una problematica irrisolta nella nostra Penisola”.
Nel dettaglio, 657 decessi sono avvenuti in occasione di lavoro e 239 in itinere. L’edilizia resta il settore più colpito con 119 vittime. La Sardegna viene collocata in zona gialla, fascia che comprende le regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale. L’isola registra 14 morti nei primi dieci mesi dell’anno.
Il dato la pone in una condizione intermedia: non tra le regioni più sicure, ma neppure tra quelle a rischio elevato come Basilicata, Umbria, Puglia, Campania, Sicilia e Liguria, tutte in zona rossa con incidenze superiori al 25% della media nazionale.
A livello numerico, la regione con più decessi in occasione di lavoro resta la Lombardia (86). Seguono Veneto (70), Campania (62), Emilia-Romagna (56) e Piemonte (55). La Sardegna si colloca a metà classifica.
L’Osservatorio evidenzia che le categorie più colpite sono i lavoratori over 65, con un’incidenza di 86,9 vittime per milione di occupati. Numericamente, però, il numero più alto di decessi riguarda la fascia 55-64 anni, con 240 vittime.
Le donne decedute in totale sono 74, mentre sono 205 le vittime straniere, per le quali il rischio mortale risulta più che doppio rispetto agli italiani: 57,7 morti ogni milione di occupati contro 23,9.
Denunce di infortunio in aumento








