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QUARTU. Tutelare le saline del parco naturale di Molentargius e l’avifauna. È l’obiettivo dei lavori, avviati la settimana scorsa, che riguardano il canale lungo circa tre chilometri che va da viale Colombo a Quartu fino allo specchio d’acqua davanti all’Idrovora del Rollone. Si tratta del primo intervento, dal valore di 9 milioni di euro, dal 1985, anno in cui è cessata la produzione del sale. I lavori hanno lo scopo di tutelare le arginature e separare l’acqua dolce da quella salata per salvaguardare e favorire nuove nidificazioni.
Il tratto interessato rimarrà chiuso al pubblico fino alla prima metà di gennaio 2026 per consentire il regolare svolgimento dei lavori. “Gli interventi prevedono il rifacimento e il risanamento dei canali di alimentazione di tutto il sistema di alimentazione idrico delle vasche evaporanti di Quartu e di Cagliari. È un intervento che prevede la realizzazione delle sponde lignee per garantire una sezione idraulica costante e poter alimentare i bacini evaporanti di Quartu”, spiega il direttore dei lavori Gianluca Puddu.
“Il far circolare correttamente le acque ha la funzione di sostenere l’equilibrio, quindi il livello dell’acqua, per far si che nascano anche nuove nicchie ecologiche, ovvero nidificazioni, e anche altre specie arboree”, fa sapere il presidente del parco naturale regionale Molentargius Saline Stefano Secci.
Ma non si tratta degli unici interventi che verranno effettuati nel parco di Molentargius. Verranno impiegati infatti 5,4 milioni di euro per ricostituire la vecchia rete agricola del parco. “Qui nel passato c’era un’estensione di terreni agricoli, ma soprattutto di piantumazioni come oliveti, mandorleti e piante di fico, che sono le piante autoctone della Sardegna. Quindi ricostituire la rete agricola significa creare un parco più fruibile ai visitatori e avere anche una valorizzazione dei prodotti del parco con un marchio del parco, come è stiamo già facendo con il miele e l’olio”, dice Secci.
Un intervento utile e necessario per una rivalorizzazione delle saline, ma per il primo cittadino di Quartu c’è bisogno di un organico più ampio che si occupi della manutenzione del parco. “Non è pensabile che tutto questo ben di Dio possa essere seguito da soli quattro dipendenti e da sole otto guardie forestali che, tra l’altro, si devono occupare di Santa Gilla, di Monte Urpinu e della Sella del Diavolo. Io credo che sia impensabile. Dobbiamo tutti quanti, il comune del consorzio, insieme alla Regione, impegnarci per trovare una soluzione a queste difficoltà”, spiega Milia.








