CAGLIARI. Ancora una seduta fiume della commissione Sanità, impegnata nell’esame del decreto legge 40 (stavolta senza opposizione): proprio in questa riunione sono emersi preoccupanti dettagli sulle sorti del Santissima Trinità: un ospedale sul quale sarebbero necessari interventi per oltre 16milioni di euro. E a chiederli sono i vigili del fuoco. I dettagli si apprendono direttamente dal consiglio regionale. Diversi i temi affrontati, dalla necessità di rendere più attrattivi i posti di lavoro nella sanità pubblica (si parla di aumenti di stipendi anche di 1500 euro), passando per il ruolo delle guardie mediche, accusate di inefficienza, e le testimonianze dirette dei manager Asl che si dicono perplessi di fronte alla riforma.
In apertura dei lavori la presidente Carla Fundoni ha dato la parola ad Alice Aroni (Udc), che ha comunicato la volontà dei consiglieri di minoranza di non partecipare ai lavori, ribadita anche dai consiglieri Umberto Ticca (Riformatori) e Corrado Meloni (FdI). A seguire il manager della Asl 1, Flavio Sensi, ha segnalato al parlamentino “la prima delle emergenze della Sanità del nord est sardo, cioè quella del personale che manca, sia nella medicina generale che nelle altre specializzazioni. E’ del tutto evidente che se vogliamo essere attrattivi rispetto al privato dobbiamo pagare i medici almeno 1500 euro netti in più al mese”. Un’altra questione attiene alle guardie mediche, “inefficienti al punto che producono carichi di lavoro ulteriori per i pronto soccorso”. Quanto ai Cau (centro di assistenza urgenza) previsti nel dl 40, secondo Sensi “hanno senso se sono distanti dalle case di comunità e se sono in grado di gestire anche alcuni aspetti dell’emergenza urgenza anche con il ricorso alla diagnostica di laboratorio”. Per il manager, poi, “la dispersione logistica dei pazienti provoca in unitile viavai di ambulanze da un ospedale a un altro, ospedali dove da venti anni ci sono migliaia di metri quadrati abbandonati”.
Più lunga e articolata l’audizione di Marcello Tidore, a capo della Asl 8 di Cagliari e professore universitario di Organizzazione sanitaria all’Università di Cagliari. Per il manager “il dl 40 dal punto di vista formale legifica profondamente atti amministrativi. Per fortuna non prevede la costituzione di dipartimenti funzionali, che si sono rivelati un fallimento ovunque ma resto perplesso sul fatto che la Asl di Cagliari possa reggere una riforma come questa , composta da 15 articoli di cui soltanto due trattano della organizzazione dei servizi sanitari”. In premessa Tidore ha consegnato alla presidenza due note del direttore generale dell’assessorato alla Sanità inviate ai manager “in cui si chiede di non chiudere i bilanci mentre nella relazione al Dl 40 è scritto che i bilanci non sono stati chiusi per nostra
responsabilità. Una comunicazione sulla quale farò le mie valutazioni e deciderò se presentarle nelle sedi opportune”. Poi Tidore ha proseguito: “Questo disegno di legge è definito urgente ma di urgente non trovo nulla tra i suoi articoli. Trovo invece una chiara volontà di implementare le funzioni di Ares, anche con una seconda centrale di committenza regionale che a mio parere difficilmente lo Stato accrediterà. Peraltro, una norma così potrebbe essere usata da grimaldello dalle multinazionali, in termini di ricorsi sulle gare. Sembra quasi che il legislatore voglia trasferire su Ares le funzioni dell’assessorato, gettando così le premesse per la creazione di un mostro amministrativo, consegnato a un manager che resterà in carica per cinque anni, cioè il doppio di quanto mediamente resta in carica un assessore. In Italia non esiste nulla di simile”.
Sulla mancanza di medici il manager di Cagliari ha detto: “E’ evidente che per convincere un professionista ad andare a Isili dobbiamo pagarlo di più rispetto al suo collega di Cagliari”. Sotto il profilo delle strutture sanitarie, invece, Tidore ha segnalato le criticità dell’ospedale cagliaritano Santissima Trinità, evidenziate dai vigili del fuoco, “che richiedono interventi per oltre 16 milioni di euro” e ha aggiunto: “Il Dl 40 parla di strutture utili ma non spiega quali sarebbero gli ospedali inutili. E’ dunque evidente che il legislatore vuole chiudere strutture ospedaliere ma non dice quali”. Sui commissariamenti delle aziende sanitarie il manager di Cagliari è stato fortemente critico e ha citato la legge nazionale, il dl 502 del 1992: “Il commissariamento è previsto soltanto in caso di cessazione improvvisa o di decadenza. In più, la giurisprudenza consolidata ha introdotto una terza ipotesi, quella del mutamento di oggetto del contratto del direttore generale. Invece, il Dl 40 introduce tra le cause del commissariamento lo spoil system, non contemplato dalla legge nazionale. Ma non è tutto: ai commissari vengono affidati poteri per “azioni straordinarie ed emergenziali”, con una delega che spetta soltanto allo Stato”. I lavori sono proseguiti con la discussione della commissione sul dl 40.