CAGLIARI. Aumenta il tasso di povertà nel Cagliaritano e sono sempre di più i cittadini costretti a rinunciare alle cure. Non solo: nella provincia non si fanno più figli e le donne vengono assunte sempre meno.
È quanto emerge dal Rendiconto sociale 2023 che ha preso in esame i 17 comuni della Citta Metropolitana. I numeri sono stati presentati stamattina dal Comitato provinciale Inps nella sede del Palazzo Civico del capoluogo.
Il dato della provincia di Cagliari è in linea con la situazione generale della Sardegna. Infatti nell’Isola il 53% delle persone faticano ad arrivare alla fine del mese, in particolare le donne: che rappresentano il 26%.
L’aumento della povertà determina un alto tasso di rinuncia alle cure mediche. "I sardi non si stanno curando e non lo fanno perché fondamentalmente non hanno i soldi per pagare le cure. La verità è che stiamo andando sempre di più verso una privatizzazione dei servizi sanitari e questo noi non ce lo possiamo assolutamente permettere", spiega la presidente del Comitato provinciale Inps Diletta Mureddu.
Tuttavia nella Città Metropolitana di Cagliari aumenta il tasso di occupazione. Dagli studi, però, emerge come sia presente un divario di genere, tra uomo e donna, sia a livello di retribuzioni, che spiega l’aumento del tasso di povertà, sia come tipologia di contratto. Infatti, nell’anno precedente, sono state assunte 3.872 donne e 6.385 uomini a tempo indeterminato. "Il trend, ancora una volta, conferma che le donne sono quelle più precarie e con un occupazione instabile. Il numero delle domande per il reddito di cittadinanza equivale a circa 8mila e di queste 5mila sono di donne", dice Mureddu.
Preoccupa anche il basso tasso di natalità, come emerge dal Rendiconto sociale. "La Sardegna ha il tristissimo primato di bassissima natalità. Si parla dello 0,91 figli per donna. Se questo è il trend parleremo di un futuro con sempre meno giovani e sempre più anziani. non possiamo pensare ad un paese che invecchia a dismisura, anche in termini di forza lavoro. Se non invertiamo la rotta questo non sarà un paese destinato a crescere", conclude Diletta Mureddu.