CAGLIARI. All’alba di oggi la Polizia ha smantellato un'associazione a delinquere che reclutava migranti ospiti del Centro di accoglienza straordinaria di Monastir per farli lavorare in nero in alcune aziende agricole, vigneti e carciofaie in varie zone della Sardegna: dal Sulcis al Parteolla e Campidano al Sassarese e Nuorese.
L'indagine è partita a giugno. La squadra Mobile di Cagliari ha eseguito cinque fermi di indiziato di delitto a carico di altrettanti cittadini pakistani, di età compresa fra i 36 ed i 25 anni, tutti con permesso di soggiorno in Italia, indagati per aver costituito e organizzato un’associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro nero. Un altro cittadino pakistano, che avrebbe fatto da autista per l’organizzazione, è stato indagato.
Secondo la ricostruzione della Questura, gli intermediari ogni mattina tra le 4 e le 6 prelevavano dal Cas gli stranieri e li portavano a lavorare in alcune aziende agricole della provincia, che li sfruttavano dando loro una paga di 5 euro per un'ora di lavoro. A volte i lavoratori dovevano provvedere anche a procurarsi i pasti per la giornata.
I migranti lavoravano anche dieci ore al giorno in condizioni pessime e senza alcuna garanzia. In un'occasione tra i migranti si è registrato uno sciopero al quale i mediatori hanno risposto aumentando la paga a sei euro per chi aveva scioperato.
Sono 12 inoltre i titolari di aziende agricole e cantine indagati perché avrebbero utilizzato manodopera, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno. Nell’operazione sono stati impegnati complessivamente 60 uomini della Squadra Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine di Abbasanta e del Reparto Mobile di Cagliari.