CAGLIARI. “Obbligare un insegnante a fare il vaccino è come applicare un tso, trattamento sanitario obbligatorio”. Questa la posizione del Cobas Scuola sul tema che tiene banco in Italia in questi giorni. Obbligo vaccinale o no? Alcune categorie sono già costrette a fare il vaccino. Personale scolastico e operatori sanitari. Pena la sospensione dal lavoro senza retribuzione.
Ma il principale sindacato rappresentativo della scuola in Sardegna non ci sta. “Gli insegnanti risultano essere le vittime, non certo la causa dei contagi”, dice il rappresentante Nicola Giua, “non capiamo l’accanimento nei confronti della scuola da parte del ministero”. E ritiene che la sospensione dal servizio senza retribuzione sia “un palese ricatto illegittimo e punitivo”. Per questo Cobas scuola si è detta pronta a ricorrere a patrocinare azioni legali.
Diversa la posizione della Cgil. “Noi non siamo contro l’obbligo vaccinale, ma non devono essere i datori di lavoro a imporre l’obbligatorietà”, precisa Samuele Piddiu, segretario regionale della Cgil, “gli unici soggetti preposti sono Parlamento e governo, tutta la politica di deve assumere questa responsabilità”.