Conte incassa la fiducia ma governo senza maggioranza assoluta al Senato
ROMA. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha ottenuto la fiducia: il governo continua. Ma senza maggioranza assoluta al Senato. A favore, dopo dodici ore e mezzo di dibattito, ha incassato 156 sì contro 140 no. Sedici gli astenuti. Presenti 312. Ma prima della definizione degli equilibri è scoppiata la bagarre.
La presidente Casellati aveva dichiarato chiusa la votazione, quando è sorto il giallo del voto di Lello Ciampolillo (Misto, ex M5s), che risultato astenuto ha dichiarato di aver chiesto di votare prima della chiusura. Si è reso necessario ricorrere al Var: la presidente ha visionato con i segretari il video di quanto successo agli sgoccioli della votazione. Una questione di non poco conto: con una maggioranza così risicata vale ogni singola preferenza: la stabilità dell'esecutivo è tutt'altro che certa.
Poi è stato stabilito che Ciampolillo è arrivato alle 22,14 e la chiusura del voto è stata stabilita un minuto dopo. Ed è stato riammesso anche il voto di Riccardo Nencini.
Secondo le previsioni e le trattative, con una proiezione sotto la maggioranza assoluta di 161 data per scontata, se i voti fossero stati meno 153 per Conte sarebbe stata comunque una sconfitta politica. Tra 153 e i 155 le previsioni sarebbero state rispettate. Sopra i 155, vittoria per il governo.
Durante la prima chiama il voto più applaudito è stato quello per il sì espresso dalle senatrice Liliana Segre, 90 anni. A favore del governo, a sorpresa, è arrivato il voto di Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin di Forza Italia. Già dichiarati ex azzurri in corso di seduta. La Rossi ha spiazzato tutti, anche i suoi compagni di partito. Con il collega va a costituire il gruppo dei costruttori. Tutti i senatori di Italia Viva sono risultati assenti per poi astenersi alla seconda chiama, con Renzi e Bellanova in testa. E questo ha permesso al governo di restare in piedi. Per ora.