CAGLIARI. Non più un'ordinanza, ma una legge regionale: questo lo strumento sul quale potrebbe puntare il governatore Christian Solinas per regolamentare le vite dei sardi durante la seconda potente ondata di Covid. Ormai è chiaro: il Dpcm di Giuseppe Conte non può essere aggirato con un atto del presidente della Regione. L'impugnazione davanti al Tar è sicura e quasi scontata la sconfitta.
Così ecco la nuova opzione, emersa durante la riunione fiume notturna - rigorosamente online - alla quale hanno partecipato, oltre a Solinas, l'assessore alla Sanità Mario Nieddu, i rappresentanti del Comitato tecnico scientifico e i capigruppo di maggioranza e opposizione, con il presidente del consiglio regionale Michele Pais: una proposta di legge che permetta l'apertura dei bar fino alle 20, dei ristoranti fino alle 23, porti le scuole superiori alla didattica a distanza al 100% e tagli drasticamente i collegamenti aerei fino a due tratte al giorno su Cagliari e una sola su Olbia e Alghero. Stessi contenuti dell'ordinanza, strumento diverso.
Durante l'incontro online la maggioranza di centrodestra ha spinto per la forzatura, con una presa di posizione contro le restrizioni governative. L'opposizione ha sollevato tutte le perplessità procedurali del caso. Solinas, dopo aver ascoltati tutti, si è mostrato poco convinto dell'utilità di un muro contro muro con Roma.
Il coniglio sotto forma di soluzione procedurale è saltata fuori dal cilindro di Stefano Tunis (Sardegna 20Venti): niente ordinanza, approviamo una legge. Perché lo Statuto speciale, è la tesi, permette margini di manovra se a esprimersi è il consiglio regionale. E comunque un'eventuale contestazione governativa passerebbe dalla Corte costituzionale e non dal più veloce Tar.
Ma per approvare il testo prima che la pandemia sia solo un ricordo, e farlo quindi arrivare in aula con estrema urgenza senza passare dalle commissioni, è necessario ricorrere all'articolo 102 del regolamento della massima assemblea sarda: il testo di legge da dichiarare "urgente" deve essere discusso con il benestare di tutti i capigruppo, anche di quelli dell'opposizione.
Così ecco che a tarda notte, quando si è arrivati a questo punto, i partecipanti alla riunione hanno deciso di rinviare tutto di alcune ore. Per capire, ognuno per la sua parte, cosa ci sia di fattibile. Mentre a Roma si ragiona sull'opportunità di introdurre nuove restrizioni. Perché il virus corre. E fa male. Per questo si valuta anche l'ipotesi di legare l'efficacia della legge all'andamento dei contagi.