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ORANI. "Nessuna corsa a cavallo clandestina, ma 'vardias' che non sono gare d’azzardo, ma espressioni di abilità, coraggio e senso di appartenenza, tramandate da generazioni e celebrate in molte feste tradizionali dell’isola". Così il Comune di Orani risponde alle polemiche dopo che i carabinieri hanno denunciato 8 giovani per le corse a cavallo, in occasione dei festeggiamenti di San Daniele (QUI LA NOTIZIA).
"Abbiamo atteso qualche ora prima di esprimerci pubblicamente e riteniamo necessario dire che siamo sinceramente sorpresi e amareggiati nel vedere oggi il nome di Orani campeggiare sulle prime pagine dei giornali. Non per un premio letterario, non per una mostra internazionale, non per una nuova eccellenza artigiana, ma per un episodio che, con tutto il rispetto, ci pare di modesto rilievo rispetto alla storia e all’identità culturale del nostro paese", si legge su un lungo post pubblicato sui social.
"Orani è il paese di Costantino Nivola, di Salvatore Niffoi (Premio Campiello), di Marianna Bussalai e Piero Borrotzu.
È il paese che ogni anno apre con orgoglio le proprie corti, che celebra con passione il carnevale tradizionale, che si fa conoscere per le sue abilità artigianali, le manifestazioni equestri e le tradizioni che custodisce con cura e rispetto.
A tal proposito, ci preme chiarire che non si è trattato di 'corse clandestine', ma di vardias che non sono gare d’azzardo, ma espressioni di abilità, coraggio e senso di appartenenza, tramandate da generazioni e celebrate in molte feste tradizionali dell’isola. Così come si tramanda l'amore e il rispetto per i propri cavalli che non sono “mezzi” ma compagni di vita, curati con dedizione e affetto e parte integrante della nostra identità.
Siamo abituati a far notizia per ciò che ci rende unici, non per ciò che ci rende comuni.
E se, nell’organizzazione di un evento, qualcosa non ha funzionato come doveva, ce ne faremo carico con responsabilità e trasparenza.
Ci teniamo però a prendere le distanze dall’immagine che oggi si vuole dare di noi e dei nostri ragazzi: nulla di così grave è accaduto da non poter essere corretto e nulla giustifica una narrazione che ci dipinge in modo distorto.
Orani continuerà a essere ciò che è sempre stato: un paese che sa fare cultura, sa fare comunità e sa fare autocritica.
Ma, soprattutto, un paese che sa farsi rispettare.
Se abbiamo sbagliato qualcosa, siamo pronti a ragionare su come agire nel rispetto delle regole, perché la cultura è anche questo: avere sempre voglia di migliorarsi", conclude il post.













