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CAGLIARI. “Stop alla fabbrica di armi in Sardegna e riconvertiamola in produzioni di pace”. lo hanno chiesto i manifestanti che questa mattina si sono riuniti in un sit-in, organizzato dal Comitato Sa Paxi, davanti al palazzo del Consiglio Regionale a Cagliari.
Secondo il comitato il rilancio economico di uno dei territori più fragili dell’isola, quello del Sulcis, non può basarsi sulle produzioni belliche che, come denunciano, “genera solamente morti”, ma su attività che mettono al centro il rispetto per l’ambiente e la promozione del territorio. Ma i manifestanti ricordano anche che la Sardegna è, ormai, da tempo segnata anche dalla presenza di basi e poligini militari. Per questo motivo, la proposta dei manifestanti è quella di una riconversione industriale della Rwm di Domusnovas, in favore di produzioni di pace.
“Riteniamo un valzer dell’ipocrisia quando la politica si dispera e si lamenta, parla di tragedie e massacri di bambini e non si guarda a quaranta chilometri da Cagliari dove c’è una fabbrica che costruisce bombe che alimentano i genocidi. Una fabbrica che fa passare bombe sotto il naso della politica regionale - spiega Angelo Cremone portavoce di Sardegna Pulita - noi chiediamo un tavolo di confronto per poter riconvertire la fabbrica delle bombe”.
“La Lombardia e il Lazio hanno già deciso, con legge proprie, di trasformare le fabbriche di armi in fabbriche civili. Non riusciamo a capire perché la Sardegna non faccia questo passo”, fa sapere Giacomo Meloni, segretario della confederazione sindacale sarda.