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CAGLIARI. In otto mesi si contano 493 infortuni mortali in occasione di lavoro e 188 in itinere. Lombardia, Veneto, Campania e Sicilia sono le regioni con il maggior numero di vittime totali anche a fine agosto, ma intanto la Sardegna passa in "zona arancione". A farlo sapere è l'osservatorio Vega. I settori più colpiti restano: Costruzioni, Attività Manifatturiere, Trasporti e Magazzinaggio e Commercio. Si registra ancora una lieve diminuzione nel numero complessivo delle denunce di infortunio.
“L’estate 2025 lascia dietro di sé un triste bilancio di infortuni e morti sul lavoro. I dati a fine agosto parlano, infatti, di 681 decessi, numeri drammatici che narrano una tragedia che si ripete anno dopo anno. La situazione a fine agosto appare stabile rispetto allo scorso anno, quando le vittime erano 680; ma la stabilità non può certo rappresentare un indicatore di speranza dal momento che, nel nostro Paese, si continua a morire ogni giorno. È come se non si comprendesse ancora che la sicurezza sul lavoro è la migliore arma contro gli infortuni e, allo stesso tempo, l’alleata principale per la qualità della vita dei lavoratori”. Questo il commento di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, sulla base della più recente indagine elaborata dal proprio team di esperti.
Sono 681 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 493 in occasione di lavoro (14 in meno rispetto ad agosto 2024) e 188 in itinere (15 in più rispetto ad agosto 2024). La maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro va ancora alla Lombardia (68). Seguono: Veneto (53), Campania (49), Sicilia (41), Piemonte (38), Toscana (35), Emilia-Romagna (34), Puglia (33), Lazio (32), Liguria (15), Sardegna e Calabria (14), Trentino-Alto Adige (13), Umbria, Marche e Abruzzo (12), Basilicata (9), Friuli-Venezia Giulia (7), Molise e Valle d’Aosta (1).