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ORISTANO. Un caso di febbre del Nilo è stato registrato oggi a Oristano. Lo fa sapere l'Asl con una nota: "È importante proteggersi dalle punture di zanzara", raccomanda.
Si tratta di un uomo di 72 anni residente nel capoluogo, con patologie pregresse. Il paziente si trova ora all’ospedale San Martino di Oristano.
"Considerata la sintomatologia, sull’uomo è stato condotto l’esame sierologico per accertare le cause del malessere", fa sapere l'Asl di Oristano. La conferma della positività al virus West Nile è arrivata questa mattina dal Laboratorio Analisi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari.
In queste ore il dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria, diretto dalla dottoressa Maria Valentina Marras, con la collaborazione del servizio di Sanità Animale, diretto dal dottor Enrico Vacca, sta già mettendo in atto tutte le misure previste: informazione alle autorità competenti del territorio, indagine epidemiologica, circoscrizione della zona di residenza dell’uomo e richiesta alla Provincia, autorità competente, di disinfestazione dell’area. Che cos’è la West Nile La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus isolato nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile, da cui prende il nome. Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare comuni (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il mezzo di trasmissione all’uomo.
La febbre del Nilo
La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, fino a 21 giorni nei soggetti con deficit immunitari.
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.
Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale ed è necessario il ricovero in ospedale.
Prevenzione - Non esiste un vaccino per la febbre West Nile, né una terapia specifica. Per questo è fondamentale proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi adottando alcune precauzioni. In primo luogo occorre evitare i ristagni d’acqua, dove proliferano le larve di zanzara:
• svuotare di frequente sottovasi di fiori, secchi, copertoni, barili
• cambiare spesso l’acqua delle ciotole per animali
• tenere le piscine per bambini vuote in posizione verticale quando non sono usate
• trattare con prodotti larvicidi tombini e pozzetti di sgrondo delle acque piovane, zone di scolo e ristagno
• verificare che le grondaie siano pulite e non ostruite
• coprire le cisterne e i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere.
Per difendersi dalle punture è poi consigliato:
• schermare porte e finestre con zanzariere,
• utilizzare repellenti cutanei per allontanare gli insetti,
• evitare di sostare in zone in cui sono presenti laghetti artificiali e ristagni d’acqua, come giardini e parchi, in particolare all’imbrunire e di notte, quando le zanzare sono più attive;
• indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto.
La situazione in Italia
Secondo i dati forniti dall’Istituto superiore di sanità, al 23 luglio 2025 erano 32 i casi confermati di infezione da West Nile virus nell’uomo in Italia dall'inizio dell'anno. Ventuno di questi sono stati segnalati dalla Regione Lazio, tutti in provincia di Latina. Quello riscontrato oggi è il primo caso umano di West Nile accertato in provincia di Oristano nel 2025. La circolazione virale è legata alla presenza di zone paludose, che favoriscono il proliferare delle larve di zanzara. Una condizione a cui si somma la crisi climatica che, con l’aumento delle temperature, favorisce e prolunga il periodo di attività delle zanzare, insetto vettore del virus.
Ieri intanto è stato registrato il secondo decesso per il virus West Nile nel Lazio. Un uomo anziano, con patologie croniche pregresse e trapiantato di cuore, è morto all'Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma. L'uomo, di 77 anni, a quanto si apprende risiedeva in provincia di Latina, dove si concentra il focolaio con la maggior parte dei casi del virus legato alla puntura di zanzara registrati quest'anno. Secondo le prime informazioni, avrebbe soggiornato nell'ultimo periodo a Baia Domizia, in provincia di Caserta.