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USINI. La società aveva avuto il via libera nel 2023, nel 2024 i lavori erano in fase di partenza. Poi era arrivata la legge regionale 20 e infine un'ordinanza comunale. Così la costruzione dell'impianto fotovoltaico di "taglia media" da 4mila Kw a Usini era stata bloccata. Ora però il Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Cagliari ha ribatato tutto: si "sospende il giudizio e ordina alla Segreteria l’immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale" e "sospende interinalmente l’efficacia del provvedimento impugnato".
Per ricostruire al meglio la vicenda basta leggere le premesse della sentenza: nel 2023, "è stata autorizzata la realizzazione e gestione di un impianto fotovoltaico con potenza nominale di 4.000 KW. da ubicarsi in località S’Iscalone del comune di Usini, su un’area sita in Zona E ricadente nel buffer di 500 m. da zone industriali e a destinazione G, come tale idonea". Poi nel 2024 "Maple Tree Solar S.r.l., subentrata per voltura dalla ditta Inzaina Nicolò". Circa sette mesi dopo arriva la legge regionale. Il comune di Usini ha avviato una verifica della compatibilità dell'impianto e dispone l’immediata sospensione dei lavori.
E poi la società parla di "periculum in mora", con "i notevoli investimenti già sostenuti per la realizzazione dell’impianto (euro 422.136,00 per l’acquisto del terreno, euro 820.178,13 per l’acquisto dei materiali), nonché l’urgenza di proseguire nella realizzazione dei lavori per scongiurare ulteriori danni da lucro cessante, che i provvedimenti impugnati le stanno quotidianamente cagionando". E in un passaggio successivo, Il Tar parla della possibilità, con questo blocco, "di arrecare il dissesto finanziario dell’impresa, nonché dalla perdita delle utilità che l’operatore ricaverebbe dall’esercizio dell’impianto”.
Torna inoltre il tema della contraddizione tra norme regionali e nazionali (ma in questo caso si parla soprattutto di norme europee). La palla passa, a ottobre, alla Corte costituzionale.