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CAGLIARI. Avrebbe richiesto la cessazione dell'utenza Abbanoa nel 1985, effettuando anche il cambio residenza, l'azieda però ha continuato ad emettere le fatture a suo nome per un importo complessivo di circa 2.500 euro. L'utente, un cagliaritano, lo avrebbe scoperto nel 2018.
Nonostante fossero trascorsi ben 33 anni, il cittadino ha presentato un primo reclamo scritto il 6 agosto 2018, allegando la documentazione ancora disponibile: il cambio di residenza e una comunicazione del vecchio gestore che attestava la cessazione dell’utenza.
Non ricevendo alcuna risposta da Abbanoa, il cittadino si è rivolto ad Adiconsum Cagliari.
L’associazione ha così avviato la procedura di “Soluzione Negoziata”. E ora, a distanza di quarant’anni dalla cessazione dell’utenza e a sette dall’avvio della soluzione negoziata, Abbanoa ha finalmente fornito un riscontro ufficiale. Dopo un sopralluogo tecnico, è stato accertato che il contatore non era presente sul posto.
"L’azienda ha così disposto:
• L’annullamento integrale delle fatture contestate
• L’azzeramento totale del debito
• La chiusura retroattiva dell’utenza, con decorrenza 1° gennaio 1985", fa sapere Adiconsum.
“Questa vicenda è incredibile non solo per la sua durata, ma anche per l’ostinazione con cui si è preteso il pagamento di una fornitura inesistente”, dichiara Simone Girau, presidente di Adiconsum Cagliari.
“Il merito va anche alla determinazione del consumatore, che ha scelto di non arrendersi. È un caso che dimostra quanto sia urgente migliorare i sistemi di gestione delle utenze e garantire ai cittadini risposte puntuali. Nessuno dovrebbe ritrovarsi, dopo decenni, a dover difendersi da bollette illegittime", prosegue.
"Adiconsum Cagliari continuerà a vigilare affinché episodi del genere non si ripetano, e rinnova l’invito a tutti i cittadini a verificare regolarmente la propria posizione contrattuale e la correttezza degli importi richiesti", si legge sul comunicato di Adiconsum.